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novella ottava 221

persona, leggiadro molto e piú pulito che una mosca, con una sua cuffia in capo, con una zazzerina bionda e per punto senza un capel torto avervi, il quale quel medesimo mestiere usava che Ciacco; il quale, essendo una mattina di quaresima andato lá dove il pesce si vende e comperando due grossissime lamprede per messer Vieri de’ Cerchi, fu veduto da Ciacco, il quale, avvicinatosi a Biondello, disse: — Che vuol dir questo? — A cui Biondel rispose: — Iersera ne furon mandate tre altre troppo piú belle che queste non sono ed uno storione a messer Corso Donati, le quali non bastandogli per voler dar mangiare a certi gentili uomini, m’ha fatte comperare queste altre due: non vi verrai tu? — Rispose Ciacco: — Ben sai che io vi verrò. — E quando tempo gli parve, a casa messer Corso se n’andò, e trovollo con alcuni suoi vicini che ancora non era andato a desinare; al quale egli, essendo da lui domandato che andasse faccendo, rispose: — Messere, io vengo a desinar con voi e con la vostra brigata. — A cui messer Corso disse: — Tu sii il ben venuto: e per ciò che egli è tempo, andianne. — Postisi adunque a tavola, primieramente ebbero del cece e della sorra, ed appresso del pesce d’Arno fritto, senza piú. Ciacco, accortosi dello ’nganno di Biondello ed in sé non poco turbatosene, propose di dovernel pagare: né passâr molti dí, che egli in lui si scontrò, il qual giá molti aveva fatti rider di questa beffa. Biondello, vedutolo, il salutò, e ridendo il domandò chenti fossero state le lamprede di messer Corso; a cui Ciacco rispondendo disse: — Avanti che otto giorni passino tu il saprai molto meglio dir di me. — E senza mettere indugio al fatto, partitosi da Biondello, con un saccente barattier si convenne del prezzo, e datogli un bottaccio di vetro, il menò vicino della loggia de’ Cavicciuli e mostrògli in quella un cavaliere chiamato messer Filippo Argenti, uom grande e nerboruto e forte, sdegnoso, iracondo e bizzarro piú che altro, e dissegli: — Tu te n’andrai a lui con questo fiasco in mano e dira’gli cosí: — Messere, a voi mi manda Biondello, e mándavi pregando che vi piaccia d’arrubinargli questo fiasco del vostro buon vin vermiglio, ché si vuole alquanto sollazzar con suoi zanzeri. — E sta’ bene