vuol dire a persona: egli è una giovane qua giú, che è piú bella che una lammia, la quale è sí forte innamorata di me, che ti parrebbe un gran fatto; io me n’avvidi testé, quando io andai per l’acqua. — Oimè! — disse Bruno — guarda che ella non sia la moglie di Filippo. — Disse Calandrino: — Io il credo, per ciò che egli la chiamò, ed ella se n’andò a lui nella camera; ma che vuol per ciò dir questo? Io la fregherei a Cristo, di cosí fatte cose, non che a Filippo. Io ti vo’ dire il vero, sozio: ella mi piace tanto, che io nol ti potrei dire. — Disse allora Bruno: — Sozio, io ti spierò chi ella è: e se ella è la moglie di Filippo, io acconcerò i fatti tuoi in due parole, per ciò che ella è molto mia dimestica. Ma come farem noi che Buffalmacco nol sappia? Io non le posso mai favellare che non sia meco. — Disse Calandrino: — Di Buffalmacco non mi curo io, ma guardiánci di Nello, ché egli è parente della Tessa e guasterebbeci ogni cosa. — Disse Bruno: — Ben di’. — Or sapeva Bruno chi costei era, sí come colui che veduta l’avea venire, ed anche Filippo gliele aveva detto; per che, essendosi Calandrino un poco dal lavorío partito ed andato per vederla, Bruno disse ogni cosa a Nello ed a Buffalmacco, ed insieme tacitamente ordinarono quello che fargli dovessero di questo suo innamoramento. E come egli ritornato fu, disse Bruno pianamente: — Vedestila? — Rispose Calandrino: — Oimè! sí, ella m’ha morto. — Disse Bruno: — Io voglio andare a vedere se ella è quella che io credo, e se cosí sará, lascia poscia far me. — Sceso adunque Bruno giuso, e trovato Filippo e costei, ordinatamente disse loro chi era Calandrino e quello che egli aveva di lor detto, e con loro ordinò quello che ciascun di loro dovesse fare e dire, per aver festa e piacere dello ’nnamoramento di Calandrino: ed a Calandrino tornatosene, disse: — Bene è dessa, e per ciò si vuol questa cosa molto saviamente fare, per ciò che, se Filippo se n’avvedesse, tutta l’acqua d’Arno non ci laverebbe. Ma che vuoi tu che io le dica da tua parte, se egli avvien che io le favelli? — Rispose Calandrino: — Gnaffe, tu sí le dirai in prima che io le voglio mille moggia di quel buon bene da impregnare, e poscia, che io son suo