dicevagli: — Che ho io a fare di tuo farsetto, che appiccato sii tu per la gola? Ché non solamente m’hai rubato e giucato il mio, ma sopra ciò hai impedita la mia andata, ed anche ti fai beffe di me. — Il Fortarrigo stava pur fermo come se a lui non dicesse, e diceva: — Deh! perché non mi vuoi tu migliorar que’ tre soldi? Non credi tu che io te gli possa ancor servire? Deh! fállo, se ti cal di me; perché hai tu questa fretta? Noi giugnerem bene ancora stasera a Torrenieri. Fa’ truova la borsa: sappi che io potrei cercar tutta Siena e non ve ne troverei uno che cosí mi stesse ben come questo: ed a dire che il lasciassi a costui per trentotto soldi! Egli vale ancora quaranta o piú, sí che tu mi piggiorresti in due modi. — L’Angiulieri, da gravissimo dolor punto, veggendosi rubare da costui ed ora tenersi a parole, senza piú rispondergli, voltata la testa del pallafreno, prese il cammino verso Torrenieri. Al quale il Fortarrigo, in una sottil malizia entrato, cosí in camiscia cominciò a trottar dietro: ed essendo giá ben due miglia andato pur del farsetto pregando, andandone l’Angiulier forte per levarsi quella seccaggine dagli orecchi, venner veduti al Fortarrigo lavoratori in un campo vicini alla strada dinanzi all’Angiulieri; a’ quali il Fortarrigo, gridando forte, incominciò a dire: — Pigliatel pigliatelo! — Per che essi, chi con vanga e chi con marra, nella strada paratisi dinanzi all’Angiulieri, avvisando che rubato avesse colui che in camiscia dietrogli veniva gridando, il ritennero e presono; al quale per dir loro chi egli fosse e come il fatto stesse, poco giovava. Ma il Fortarrigo, giunto lá, con un mal viso disse: — Io non so come io non t’uccido, ladro disleale che ti fuggivi col mio! — Ed a’ villani rivolto, disse: — Vedete, signori, come egli m’aveva lasciato nell’albergo in arnese, avendo prima ogni sua cosa giucata! Ben posso dire che per Dio e per voi io abbia questo cotanto racquistato; di che io sempre vi sarò tenuto. — L’Angiulieri diceva egli altressí, ma le sue parole non erano ascoltate. Il Fortarrigo con l’aiuto de’ villani il mise in terra del pallafreno, e spogliatolo, de’ suoi panni si rivestí, ed a caval montato, lasciato l’Angiulieri in camiscia e scalzo, a Siena se ne tornò, per tutto dicendo, sé il pallafreno ed i panni aver vinti