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198 | giornata nona |
motteggiare? Parti egli aver fatta cosa che i motti ci abbian luogo? — Allora la giovane un’altra volta disse: — Madonna, io vi priego che voi v’annodiate la cuffia; poi dite a me ciò che vi piace. — Laonde molte delle monache levarono il viso al capo della badessa, ed ella similmente ponendovisi le mani, s’accorsero perché l’Isabetta cosí diceva; di che la badessa, avvedutasi del suo medesimo fallo e veggendo che da tutte veduto era né aveva ricoperta, mutò sermone, ed in tutta altra guisa che fatto non aveva, cominciò a parlare, e conchiudendo venne, impossibile essere il potersi dagli stimoli della carne difendere: e per ciò chetamente, come infino a quel dí fatto s’era, disse che ciascuna si desse buon tempo quando potesse. E liberata la giovane, col suo prete si tornò a dormire, e l’Isabetta col suo amante, il qual poi molte volte, in dispetto di quelle che di lei avevano invidia, vi fe’ venire; l’altre che senza amante erano, come seppero il meglio, segretamente procacciaron lor ventura.
[III]
Maestro Simone ad istanza di Bruno e di Buffalmacco e di Nello fa credere a Calandrino che egli è pregno; il quale per medicine dá a’ predetti capponi e denari, e guerisce senza partorire.
Poi che Elissa ebbe la sua novella finita, essendo da tutti rendute grazie a Dio che la giovane monaca aveva con lieta uscita tratta de’ morsi dell’invidiose compagne, la reina a Filostrato comandò che seguitasse; il quale, senza piú comandamento aspettare, incominciò:
Bellissime donne, lo scostumato giudice marchigiano di cui ieri vi novellai, mi trasse di bocca una novella di Calandrino la quale io era per dirvi: e per ciò che ciò che di lui si ragiona non può altro che multiplicar la festa, benché di lui e de’ suoi compagni assai ragionato si sia, ancor pur quella che ieri aveva in animo vi dirò.