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novella decima 179

e perfetto amore verso di me, quando, senza aspettar d’esser richesto, di cosí gran quantitá di moneta in cosí fatto bisogno liberamente mi sovvieni. E per certo io era tutta tua senza questo, e con questo sarò molto maggiormente: né sará mai che io non riconosca da te la testa di mio fratello. Ma sallo Iddio che io mal volentier gli prendo, considerando che tu se’ mercatante, ed i mercatanti fanno co’ denari tutti i fatti loro: ma per ciò che il bisogno mi strigne ed ho ferma speranza di tosto rendergliti, io gli pur prenderò, e per l’avanzo, se piú presta via non troverò, impegnerò tutte queste mie cose. — E cosí detto, lagrimando, sopra il viso di Salabaetto si lasciò cadere. Salabaetto la cominciò a confortare: e stato la notte con lei, per mostrarsi bene liberalissimo suo servidore, senza alcuna richesta di lei aspettare, le portò cinquecento be’ fiorin d’oro, li quali ella ridendo col cuore e piagnendo con gli occhi prese, attenendosene Salabaetto alla sua semplice promessione. Come la donna ebbe i denari, cosí s’incominciarono le ’ndizioni a mutare: e dove prima era libera l’andata alla donna ogni volta che a Salabaetto era in piacere, cosí incominciaron poi a sopravvenire delle cagioni per le quali non gli veniva delle sette volte l’una fatto il potervi entrare, né quel viso né quelle carezze né quelle feste piú gli eran fatte che prima. E passato d’un mese e di due il termine, non che venuto, al quale i suoi denari riaver dovea, richiedendogli, gli eran date parole in pagamento; laonde, avveggendosi Salabaetto dell’arte della malvagia femina e del suo poco senno, e conoscendo che di lei niuna cosa piú che le si piacesse di questo poteva dire, sí come colui che di ciò non aveva né scritta né testimonio, e vergognandosi di ramaricarsene con alcuno, sí perché n’era stato fatto avveduto dinanzi e sí per le beffe le quali meritamente della sua bestialitá n’aspettava, dolente oltre modo, seco medesimo la sua sciocchezza piagnea. Ed avendo da’ suoi maestri piú lettere avute che egli quegli denari cambiasse e mandassegli loro, acciò che, non faccendolo egli, quivi non fosse il suo difetto scoperto, diliberò di partirsi, ed in su un legnetto montato, non a Pisa, come dovea, ma a Napoli se ne venne. Era quivi in que’ tempi nostro