a tener fia questo. Noi sí abbiamo a questa nostra brigata sempre un capitano con due consiglieri, li quali di sei in sei mesi si mutano, e senza fallo a calendi sará capitano Buffalmacco ed io consigliere, e cosí è fermato: e chi è capitano può molto in mettervi e far che messo vi sia chi egli vuole; e per ciò a me parrebbe che voi, in quanto voi poteste, prendeste la dimestichezza di Buffalmacco e facestegli onore. Egli è uomo che, veggendovi cosí savio, s’innamorerá di voi incontanente; e quando voi l’avrete, col senno vostro e con queste buone cose che avete, un poco dimesticato, voi il potrete richiedere: egli non vi saprá dir di no. Io gli ho giá ragionato di voi, e vuolvi il meglio del mondo; e quando voi avrete fatto cosí, lasciate far me con lui. — Allora disse il maestro: — Troppo mi piace ciò che tu ragioni; e se egli è uomo che si diletti de’ savi uomini, e favellami pure un poco, io farò bene che egli m’andrá sempre cercando, per ciò che io n’ho tanto del senno, che io ne potrei fornire una cittá e rimarrei savissimo. — Ordinato questo, Brun disse ogni cosa a Buffalmacco per ordine; di che a Buffalmacco parea mille anni di dovere essere a far quello che questo maestro sapa andava cercando. Il medico, che oltre modo disiderava d’andare in corso, non mollò mai che egli divenne amico di Buffalmacco, il che agevolmente gli venne fatto, e cominciògli a dare le piú belle cene ed i piú be’ desinari del mondo, ed a Bruno con lui altressí, ed essi si carmignavano come que’ signori; li quali, sentendogli bonissimi vini e di grossi capponi e d’altre buone cose assai, gli si tenevano assai di presso: e senza troppi inviti, dicendo sempre che con uno altro ciò non farebbono, si rimanevan con lui. Ma pure, quando tempo parve al maestro, sí come Bruno aveva fatto, cosí Buffalmacco richiese; di che Buffalmacco si mostrò molto turbato e fece a Bruno un gran romore in testa, dicendo: — Io fo boto all’alto Dio da Passignano che io mi tengo a poco che io non ti do tale in su la testa, che il naso ti caschi nelle calcagna, traditor che tu se’, che altri che tu non ha queste cose manifestate al maestro. — Ma il maestro lo scusava forte, dicendo e giurando se averlo d’altra parte saputo; e dopo