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novella nona 159

che agramente sia da riprendere, come Pampinea volle poco innanzi mostrare, chi fa beffa alcuna a colui che la va cercando o che la si guadagna. Spinelloccio la si guadagnò: ed io intendo di dirvi d’uno che se l’andò cercando, estimando che quegli che gliele fecero non da biasimare ma da commendar sieno. E fu colui a cui fu fatta un medico che a Firenze da Bologna, essendo una pecora, tornò tutto coperto di pelli di vai.

Sí come noi veggiamo tutto il dí, i nostri cittadini da Bologna ci tornano qual giudice e qual medico e qual notaio, co’ panni lunghi e larghi e con gli scarlatti e co’ vai e con altre assai apparenze grandissime, alle quali come gli effetti succedano, anche veggiamo tuttogiorno. Tra’ quali un maestro Simone da Villa, piú ricco di ben paterni che di scienza, non ha gran tempo, vestito di scarlatto e con un gran batalo, dottor di medicine, secondo che egli medesimo diceva, ci ritornò, e prese casa nella via la quale noi oggi chiamiamo la Via del cocomero. Questo maestro Simone novellamente tornato, sí come è detto, tra gli altri suoi costumi notabili aveva in costume di domandare chi con lui era chi fosse qualunque uomo veduto avesse per via passare: e quasi degli atti degli uomini dovesse le medicine che dar doveva a’ suoi infermi comporre, a tutti poneva mente e raccoglievagli. Ed intra gli altri alli quali con piú efficacia gli vennero gli occhi addosso posti, furono due dipintori de’ quali s’è oggi qui due volte ragionato, Bruno e Buffalmacco, la compagnia de’ quali era continua, ed eran suoi vicini. E parendogli che costoro meno che alcuni altri del mondo curassero e piú lieti vivessono, sí come essi facevano, piú persone domandò di lor condizione: ed udendo da tutti, costoro essere poveri uomini e dipintori, gli entrò nel capo non dover potere essere che essi dovessero cosí lietamente vivere della lor povertá, ma s’avvisò, per ciò che udito aveva che astuti uomini erano, che d’alcuna altra parte non saputa dagli uomini dovesser trarre profitti grandissimi, e per ciò gli venne in disidèro di volersi, se esso potesse, con ammenduni o con l’uno almeno dimesticare: e vennegli fatto di prender dimestichezza con Bruno. E Bruno, conoscendo in poche di volte