Pagina:Boccaccio - Decameron II.djvu/155


novella settima 149

desinò, ed appresso, quando ora gli parve, s’andò a dormire. La donna, sopra la torre rimasa, quantunque da sciocca speranza un poco riconfortata fosse, pure oltre misura dolente si dirizzò a sedere, ed a quella parte del muro dove un poco d’ombra era s’accostò, e cominciò accompagnata da amarissimi pensieri ad aspettare: ed ora pensando ed ora piagnendo, ed ora sperando ed or disperando della tornata dello scolar co’ panni, e d’un pensiero in altro saltando, sí come quella che dal dolore era vinta e che niente la notte passata aveva dormito, s’addormentò. Il sole, il quale era ferventissimo, essendo giá al mezzogiorno salito, feriva alla scoperta ed al diritto sopra il tenero e dilicato corpo di costei e sopra la sua testa, da niuna cosa coperta, con tanta forza, che non solamente le cosse le carni tanto quanto ne vedea, ma quelle minuto minuto tutte l’aperse; e fu la cottura tale, che lei che profondamente dormiva costrinse a destarsi. E sentendosi cuocere ed alquanto movendosi, parve nel muoversi che tutta la cotta pelle le s’aprisse e schiantasse, come veggiamo avvenire d’una carta di pecora abbrusciata, se altri la tira: ed oltre a questo, le doleva sí forte la testa, che pareva che le si spezzasse; il che niuna maraviglia era. Ed il battuto della torre era fervente tanto, che ella né co’ piè né con altro vi poteva trovar luogo; per che, senza star ferma, or qua or lá si tramutava piagnendo. Ed oltre a questo, non faccendo punto di vento, v’erano mosche e tafani in grandissima quantitá abbondanti, li quali, ponendolesi sopra le carni aperte, sí fieramente la stimolavano, che ciascuna le pareva una puntura d’uno spuntone; per che ella di menare le mani attorno non ristava niente, sé, la sua vita, il suo amante e lo scolare sempre maladicendo. E cosí essendo dal caldo inestimabile, dal sole, dalle mosche e da’ tafani, ed ancor dalla fame ma molto piú dalla sete, e per aggiunta da mille noiosi pensieri angosciata e stimolata e trafitta, in piè dirizzata, cominciò a guardare se vicin di sé o vedesse o udisse alcuna persona, disposta del tutto, che che avvenirnele dovesse, di chiamarla e di domandare aiuto. Ma anche questo l’aveva la sua nemica fortuna tolto.