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novella quinta 125

da ordinato e costumato uomo, tra queste una piú notabile che alcuna dell’altre, al parer suo, ne gli vide: e ciò fu un paio di brache, le quali, sedendo egli ed i panni per istrettezza standogli aperti dinanzi, vide che il fondo loro infino a mezza gamba gli aggiugnea. Per che, senza star troppo a guardarle, lasciato quello che andava cercando, incominciò a far cerca nuova, e trovò due suoi compagni, de’ quali l’uno aveva nome Ribi e l’altro Matteuzzo, uomini ciascun di loro non meno sollazzevoli che Maso, e disse loro: — Se vi cal di me, venite meco infino a palagio, ché io vi voglio mostrare il piú nuovo squasimodeo che voi vedeste mai. — E con loro andatosene in palagio, mostrò loro questo giudice e le brache sue. Costoro dalla lungi cominciarono a ridere di questo fatto, e fattisi piú vicini alle panche sopra le quali messer lo giudice stava, vider che sotto quelle panche molto leggermente si poteva andare; ed oltre a ciò, videro rotta l’asse sopra la quale messer lo giudice teneva i piedi, tanto che a grande agio vi si poteva mettere la mano ed il braccio. Ed allora Maso disse a’ compagni: — Io voglio che noi gli traiamo quelle brache del tutto, per ciò che si può troppo bene. — Aveva giá ciascun de’ compagni veduto come; per che, tra sé ordinato che dovessero fare e dire, la seguente mattina vi ritornarono: ed essendo la corte molto piena d’uomini, Matteuzzo, che persona non se n’avvide, entrò sotto il banco ed andossene appunto sotto il luogo dove il giudice teneva i piedi; Maso, dall’un de’ lati accostatosi a messer lo giudice, il prese per lo lembo della guarnacca, e Ribi accostatosi dall’altro e fatto il simigliante, incominciò Maso a dire: — Messere, o messere, io vi priego per Dio che innanzi che cotesto ladroncello che v’è costí da lato vada altrove, che voi mi facciate rendere un mio paio d’uose le quali egli m’ha imbolate, e dice pur di no: ed io il vidi, non è ancora un mese, che le faceva risolare. — Ribi, dall’altra parte, gridava forte: — Messer, non gli credete, ché egli è un ghiottoncello; e perché egli sa che io son venuto a richiamarmi di lui d’una valigia la quale egli m’ha imbolata, è egli testé venuto e dice dell’uose, che io m’aveva in casa infin vie l’altrieri: e se voi non mi