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novella quarta 119

dovea palesare. E dopo molte parole, non senza gran fatica la dolente donna riconciliata con essolui, e lasciandol malinconoso con la casa piena di pietre, si partirono.

[IV]

Il proposto di Fiesole ama una donna vedova; non è amato da lei, e credendosi giacer con lei, giace con una sua fante, ed i fratelli della donna vel fanno trovare al vescovo suo.


Venuta era Elissa alla fine della sua novella, non senza gran piacere di tutta la compagnia avendola raccontata, quando la reina, ad Emilia voltatasi, le mostrò voler che ella appresso d’Elissa la sua raccontasse; la quale prestamente cosí cominciò:

Valorose donne, quanto i preti e frati ed ogni cherico sieno sollecitatori delle menti nostre, in piú novelle dette mi ricorda esser mostrato: ma per ciò che dire non se ne potrebbe tanto, che ancora piú non ne fosse, io, oltre a quelle, intendo di dirvene una d’un proposto il quale, malgrado di tutto il mondo, voleva che una gentil donna vedova gli volesse bene, o volesse ella o no; la quale, sí come molto savia, il trattò sí come egli era degno.

Come ciascuna di voi sa, Fiesole, il cui poggio noi possiamo di quinci vedere, fu giá antichissima cittá e grande, come che oggi tutta disfatta sia, né per ciò è mai cessato che vescovo avuto non abbia, ed ha ancora. Quivi vicino alla maggior chiesa ebbe giá una gentil donna vedova, chiamata monna Piccarda, un suo podere con una casa non troppo grande; e per ciò che la piú agiata donna del mondo non era, quivi la maggior parte dell’anno dimorava, e con lei due suoi fratelli, giovani assai da bene e cortesi. Ora, avvenne che, usando questa donna alla chiesa maggiore ed essendo ancora assai giovane e bella e piacevole, di lei s’innamorò sí forte il proposto della chiesa, che piú qua né piú lá non vedea; e dopo alcun tempo fu di tanto ardire, che egli medesimo disse a questa donna il piacer suo, e