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110 giornata ottava

dateimi in prima. — Messer lo prete, che aveva carica la balestra, trattosi il tabarro, gliele diede; ed ella, poi che riposto l’ebbe, disse: — Sere, andiancene qua nella capanna, che non vi vien mai persona. — E cosí fecero: e quivi il prete, dandole i piú dolci basciozzi del mondo e faccendola parente di messer Domenedio, con lei una gran pezza si sollazzò; poscia, partitosi in gonnella, che pareva che venisse da servire a nozze, se ne tornò al santo. Quivi, pensando che quanti moccoli ricoglieva in tutto l’anno d’offerta non valeva la metá di cinque lire, gli parve aver mal fatto, e pentessi d’avere lasciato il tabarro e cominciò a pensare in che modo riaverlo potesse senza costo. E per ciò che alquanto era maliziosetto, s’avvisò troppo bene come dovesse fare a riaverlo, e vennegli fatto: per ciò che il dí seguente, essendo festa, egli mandò un fanciullo d’un suo vicino in casa questa monna Belcolore, e mandolla pregando che le piacesse di prestargli il mortaio suo della pietra, per ciò che desinava la mattina con lui Binguccio dal Poggio e Nuto Buglietti, sí che egli voleva far della salsa. La Belcolore gliele mandò; e come fu in su l’ora del desinare, ed il prete appostò quando Bentivegna del Mazzo e la Belcolor manicassero, e chiamato il cherico suo, gli disse: — Togli quel mortaio e riportalo alla Belcolore, e di’ : — Dice il sere che gran mercé, e che voi gli rimandiate il tabarro che il fanciullo vi lasciò per ricordanza. — Il cherico andò a casa della Belcolore con questo mortaio e trovolla insieme con Bentivegna a desco, che desinavano, e quivi posto giú il mortaio, fece l’ambasciata del prete. La Belcolore, udendosi richiedere il tabarro, volle rispondere; ma Bentivegna con un mal viso disse: — Adunque tòi tu ricordanza al sere? Fo boto a Cristo che mi vien voglia di darti un gran sergozzone; va’ rendigliel tosto, che canciola te nasca, e guarda che di cosa che voglia mai, io dico se volesse l’asino nostro, non che altro, non gli sia detto di no. — La Belcolore brontolando si levò, ed andatasene al soppediano, ne trasse il tabarro e diello al cherico, e disse: — Dirai cosí al sere da mia parte: — La Belcolor dice che fa prego a Dio che voi non pesterete mai piú salsa in suo mortaio, non l’avete voi sí bello onor