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Giá nella sommitá de’ piú alti monti apparivano, la domenica mattina, i raggi della surgente luce, ed ogni ombra partitasi, manifestamente le cose si conosceano, quando la reina levatasi, con la sua compagnia primieramente alquanto su per le rugiadose erbette andarono, e poi in su la mezza terza una chiesetta lor vicina visitata, in quella il divino uficio ascoltarono: ed a casa tornatisene, poi che con letizia e con festa ebber mangiato, cantarono e danzarono alquanto, ed appresso, licenziati dalla reina, chi volle andare a riposarsi poté. Ma avendo il sol giá passato il cerchio di meriggio, come alla reina piacque, al novellare usato tutti appresso la bella fontana a seder posti, per comandamento della reina cosí Neifile cominciò:

[I]

Gulfardo prende da Guasparruolo denari in prestanza, e con la moglie di lui accordato di dover giacer con lei per quegli, si gliele dá; e poi in presenza di lei a Guasparruol dice che a lei gli diede, ed ella dice che è il vero.


Se cosí ha disposto Iddio che io debba alla presente giornata con la mia novella dar cominciamento, ed el mi piace: e per ciò, amorose donne, con ciò sia cosa che molto si sia detto delle beffe fatte dalle donne agli uomini, una fattane da uno uomo ad una donna mi piace di raccontarne, non giá perché io intenda in quella di biasimare ciò che l’uom fece o di