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novella settima 57


malinconia: ma pure aspettava, non parendogli ben far di partirsi. Ed avendo seco portate tre belle e ricche robe, che donate gli erano state da altri signori, per comparire orrevole alla festa, volendo il suo oste esser pagato, primieramente gli diede l’una, ed appresso, soprastando ancora molto piú, convenne, se piú volle col suo oste tornare, gli desse la seconda; e cominciò sopra la terza a mangiare, disposto di tanto stare a vedere quanto quella durasse, e poi partirsi. Ora, mentre che egli sopra la terza roba mangiava, avvenne che egli si trovò un giorno, desinando messer Cane, davanti da lui assai nella vista malinconoso; il quale messer Can veggendo, piú per istraziarlo che per diletto pigliare d’alcun suo detto, disse: — Bergamino, che hai tu? Tu stai cosí malinconoso! Dinne alcuna cosa. — Bergamino allora, senza punto pensare, quasi molto tempo pensato avesse, subitamente in acconcio de’ fatti suoi disse questa novella: — Signor mio, voi dovete sapere che Primasso fu un gran valente uomo in gramatica, e fu oltre ad ogni altro grande e presto versificatore, le quali cose il renderono tanto ragguardevole e sí famoso, che, ancora che per vista in ogni parte conosciuto non fosse, per nome e per fama quasi niuno era che non sapesse chi fosse Primasso. Ora, avvenne che, trovandosi egli una volta a Parigi in povero stato, sí come egli il piú del tempo dimorava, per la vertú che poco era gradita da coloro che possono assai, udí ragionare d’uno abate di Cligní, il quale si crede che sia il piú ricco prelato di sue entrate che abbia la Chiesa di Dio, dal papa in fuori; e di lui udí dire maravigliose e magnifiche cose in tener sempre corte e non esser mai, ad alcuno che andasse lá dove egli fosse, negato né mangiar né bere, solo che, quando l’abate mangiasse, il domandasse. La qual cosa Primasso udendo, sí come uomo che si dilettava di vedere i valenti uomini e signori, diliberò di volere andare a vedere la magnificenza di questo abate e domandò quanto egli allora dimorasse presso a Parigi. A che gli fu risposto che forse a sei miglia ad un suo luogo; al quale Primasso pensò di potervi essere, movendosi la mattina a buona ora, ad ora di mangiare. Fattasi adunque la via