si tornò, e seco ne menò la fanciulla lasciatagli da Guidotto, la quale egli come propria figliuola amava e trattava. La quale crescendo divenne bellissima giovane quanto alcuna altra che allora fosse nella cittá: e cosí come era bella, era costumata ed onesta; per la qual cosa da diversi fu cominciata a vagheggiare, ma sopra tutti due giovani assai leggiadri e da bene igualmente le posero grandissimo amore, intanto che per gelosia insieme s’incominciarono ad avere in odio fuor di modo: e chiamavasi l’uno Giannole di Severino e l’altro Minghino di Mingole. Né era alcun di loro, essendo ella d’etá di quindici anni, che volentier non l’avesse per moglie presa, se da’ suoi parenti fosse stato sofferto; per che, veggendolasi per onesta cagion vietare, ciascuno a doverla, in quella guisa che meglio potesse, avere si diede a procacciare. Aveva Giacomino in casa una fante attempata ed un fante che Crivello aveva nome, persona sollazzevole ed amichevole assai, col quale Giannole dimesticatosi molto, quando tempo gli parve, ogni suo amor discoperse, pregandolo che a dovere il suo disidèro ottenere gli fosse favorevole, gran cose se ciò facesse promettendogli. Al quale Crivello disse: — Vedi, in questo io non potrei per te altro adoperare se non che, quando Giacomino andasse in alcuna parte a cenare, metterti lá dove ella fosse, per ciò che, volendole io dir parole per te, ella non mi starebbe mai ad ascoltare. Questo, se el ti piace, io il ti prometto, e farollo; fa’ tu poi, se tu sai, quello che tu creda che bene stea. — Giannole disse che piú non volea, ed in questa concordia rimase. Minghino, d’altra parte, aveva dimesticata la fante e con lei tanto adoperato, che ella avea piú volte ambasciate portate alla fanciulla e quasi del suo amor l’aveva accesa; ed oltre a questo, gli aveva promesso di metterlo con lei come avvenisse che Giacomino per alcuna cagione da sera fuori di casa andasse. Avvenne adunque, non molto tempo appresso queste parole, che, per opera di Crivello, Giacomino andò con un suo amico a cenare: e fattolo sentire a Giannole, compose con lui che, quando un certo cenno facesse, egli venisse e troverebbe l’uscio aperto. La fante, d’altra parte, niente di questo sappiendo, fece sentire a Minghino