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novella seconda 359

cui dimorava interamente ogni suo accidente aperse, e le disse, sé disiderare d’andare a Tunisi, acciò che gli occhi saziasse di ciò che gli orecchi con le ricevute voci fatti gli aveano disiderosi. La quale il suo disidèro le lodò molto, e come sua madre stata fosse, entrata in una barca, con lei insieme a Tunisi andò, dove con la Gostanza in casa d’una sua parente fu ricevuta onorevolemente. Ed essendo con lei andata Carapresa, la mandò a sentire quello che di Martuccio trovar potesse: e trovato lui esser vivo ed in grande stato, e rappòrtogliele, piacque alla gentil donna di volere esser colei che a Martuccio significasse, quivi a lui esser venuta la sua Gostanza; ed andatasene un di lá dove Martuccio era, gli disse: — Martuccio, in casa mia è capitato un tuo servidore che vien da Lipari, e quivi ti vorrebbe segretamente parlare: e per ciò, per non fidarmene ad altri, sí come egli ha voluto, io medesima tel sono venuta a significare. — Martuccio la ringraziò ed appresso lei alla sua casa se n’andò. Quando la giovane il vide, presso fu che di letizia non morí: e non potendosene tenere, subitamente con le braccia aperte gli corse al collo ed abbracciollo, e per compassione de’ passati infortuni e per la presente letizia, senza potere alcuna cosa dire, teneramente cominciò a lagrimare. Martuccio, veggendo la giovane, alquanto maravigliandosi soprastette, e poi sospirando disse: — O Gostanza mia, or se’ tu viva? Egli è buon tempo che io intesi che tu perduta eri, né a casa nostra di te alcuna cosa si sapeva. — E questo detto, teneramente lagrimando l’abbracciò e basciò. La Gostanza gli raccontò ogni suo accidente e l’onor che ricevuto avea dalla gentil donna con la quale dimorata era. Martuccio, dopo molti ragionamenti da lei partitosi, al re suo signore n’andò e tutto gli raccontò, cioè gli suoi casi e quegli della giovane, aggiugnendo che, con sua licenza, intendeva secondo la nostra legge di sposarla. Il re si maravigliò di queste cose; e fatta la giovane venire e da lei udendo che cosí era come Martuccio aveva detto, disse: — Adunque l’hai tu per marito molto ben guadagnato. — E fatti venire grandissimi e nobili doni, parte a lei ne diede e parte a Martuccio, dando loro licenza di fare intra sé quello che piú fosse a grado