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352 giornata quinta

a’ termini della casa del padre tuo, il quale io conosco abbondantissimo di ricchezze: e prima con le pugnenti sollecitudini d’amore da insensato animale, sí come io ho inteso, ti recarono ad essere uomo, poi con dura fortuna ed al presente con noiosa prigione voglion veder se l’animo tuo si muta da quello che era quando poco tempo lieto fosti della guadagnata preda; il quale se quel medesimo è che giá fu, niuna cosa tanto lieta ti prestarono quanto è quella che al presente s’apparecchiano a donarti, la quale, acciò che tu l’usate forze ripigli e divenghi animoso, io intendo di dimostrarti. Pasimunda, lieto della tua disavventura e sollecito procuratore della tua morte, quanto può s’affretta di celebrare le nozze della tua Efigenia, acciò che in quelle goda della preda la qual prima lieta fortuna t’avea conceduta e subitamente turbata ti tolse; la qual cosa quanto ti debba dolere se cosí ami come io credo, per me medesimo il conosco, al quale pari ingiuria alla tua in un medesimo giorno Ormisda suo fratello s’apparecchia di fare a me di Cassandrea, la quale io sopra tutte l’altre cose amo. Ed a fuggire tanta ingiuria e tanta noia della fortuna, niuna via ci veggio da lei essere stata lasciata aperta se non la vertú de’ nostri animi e delle nostre destre, nelle quali aver ci convien le spade e farci far via, a te alla seconda rapina ed a me alla prima delle due nostre donne; per che, se la tua, non vo’ dir libertá, la qual credo che poco senza la tua donna curi, ma la tua donna t’è cara di riavere, nelle tue mani, volendo me alla mia impresa seguire, l’hanno posta gl’iddii. — Queste parole tutto feciono lo smarrito animo ritornare in Cimone, e senza troppo rispitto prendere alla risposta, disse: — Lisimaco, né piú forte né piú fido compagno di me puoi avere a cosí fatta cosa, se quel me ne dée seguire che tu ragioni: e per ciò quello che a te pare che per me s’abbia a fare, impon’lomi, e vedera’ti con maravigliosa forza seguire. — Al quale Lisimaco disse: — Oggi al terzo dí le novelle spose entreranno primieramente nelle case de’ lor mariti, nelle quali tu co’ tuoi compagni armato ed io con alquanti miei ne’ quali io mi fido assai, in sul far della sera entreremo, e quelle del mezzo de’ conviti rapite, ad una nave la quale io ho