posto in dover lei piagnente racconsolare, diliberò co’ suoi compagni non essere da tornare in Cipri al presente; per che, di pari diliberazion di tutti, verso Creti, dove quasi ciascuno, e massimamente Cimone, per antichi parentadi e novelli e per molta amistá si credevano insieme con Efigenia esser sicuri, dirizzaron la proda della lor nave. Ma la fortuna, la quale assai lietamente l’acquisto della donna avea conceduto a Cimone, non istabile, subitamente in tristo ed amaro pianto mutò l’inestimabile letizia dello ’nnamorato giovane. Egli non erano ancora quattro ore compiute poi che Cimone li rodiani aveva lasciati, quando, sopravvegnente la notte, la quale Cimone piú piacevole che alcuna altra sentita giá mai aspettava, con essa insieme surse un tempo fierissimo e tempestoso, il quale il cielo di nuvoli ed il mare di pistilenziosi venti riempié; per la qual cosa né poteva alcun veder che si fare o dove andarsi, né ancora sopra la nave tenersi a dover fare alcun servigio. Quanto Cimone di ciò si dolesse, non è da domandare. Egli pareva che gl’iddii gli avessero conceduto il suo disio acciò che piú noia gli fosse il morire, del quale senza esso prima si sarebbe poco curato. Dolevansi similmente i suoi compagni, ma sopra tutti si doleva Efigenia, forte piagnendo ed ogni percossa dell’onda temendo: e nel suo pianto aspramente maladiceva l’amor di Cimone e biasimava il suo ardire, affermando, per niuna altra cosa quella tempestosa fortuna esser nata, se non perché gl’iddii non volevano che colui il quale lei contra li lor piaceri voleva aver per isposa, potesse del suo presuntuoso disidèro godere, ma veggendo lei prima morire, egli appresso miseramente morisse. Con cosí fatti lamenti e con maggiori, non sappiendo che farsi i marinari, divenendo ognora il vento piú forte, senza sapere o conoscere dove s’andassero, vicini all’isola di Rodi pervennero: né conoscendo per ciò che Rodi si fosse quella, con ogni ingegno, per campar le persone, si sforzarono di dovere in essa pigliar terra, se si potesse. Alla qual cosa la fortuna fu favorevole, e lor perdusse in un piccolo seno di mare nel quale poco avanti a loro li rodiani stati da Cimon lasciati erano con la lor nave pervenuti: né prima s’accorsero sé avere all’isola