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346 giornata quinta

usato piacer preso, non si sapeva partire. Avvenne adunque che dopo lungo spazio la giovane, il cui nome era Efigenia, prima che alcun de’ suoi si risentí, e levato il capo ed aperti gli occhi, e veggendosi sopra il suo bastone appoggiato star davanti Cimone, si maravigliò forte, e disse: — Cimone, che vai tu a questa ora per questo bosco cercando? — Era Cimone, sí per la sua forma e sí per la sua rozzezza e sí per la nobiltá e ricchezza del padre, quasi noto a ciascun del paese. Egli non rispose alle parole d’Efigenia alcuna cosa: ma come gli occhi di lei vide aperti, cosí in quegli fiso cominciò a guardare, seco stesso parendogli che da quegli una soavitá si movesse la quale il riempiesse di piacere mai da lui non provato. Il che la giovane veggendo, cominciò a dubitare non quel suo guardar cosí fiso movesse la sua rusticitá ad alcuna cosa che vergogna le potesse tornare; per che, chiamate le sue femine, si levò sú dicendo: — Cimone, riman’ti con Dio. — A cui allora Cimon rispose: — Io ne verrò teco. — E quantunque la giovane sua compagnia rifiutasse, sempre di lui temendo, mai da sé partir nol poté infino a tanto che egli non l’ebbe infino alla casa di lei accompagnata: e di quindi n’andò a casa il padre, affermando sé in niuna guisa piú in villa voler ritornare; il che quantunque grave fosse al padre ed a’ suoi, pure il lasciarono stare, aspettando di vedere qual cagion fosse quella che fatto gli avesse mutar consiglio. Essendo adunque a Cimone nel cuore, nel quale niuna dottrina era potuta entrare, entrata la saetta d’Amore per la bellezza d’Efigenia, in brevissimo tempo, d’uno in altro pensier pervenendo, fece maravigliare il padre e tutti i suoi e ciascuno altro che il conoscea. Egli primieramente richiese il padre che il facesse andare di vestimenti e d’ogni altra cosa ornato come i fratelli di lui andavano, il che il padre contentissimo fece. Quindi, usando co’ giovani valorosi ed udendo i modi li quali a’ gentili uomini si convenieno, e massimamente agl’innamorati, prima, con grandissima ammirazione d’ognuno, in assai brieve spazio di tempo non solamente le prime lettere apparò, ma valorosissimo tra’ filosofanti divenne; ed appresso questo, essendo di tutto ciò cagione l’amore il quale ad Efigenia