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336 giornata quarta

cosa. — La donna, sí come colei alla quale strignevano i cintolini, con subito consiglio avendo avvisato ciò che da fare era, ordinatamente di quello la fante informò. La quale primieramente se n’andò al medico, e piagnendo gl’incominciò a dire: — Messere, a me conviene domandarvi perdono d’un gran fallo il quale verso di voi ho commesso. — Disse il maestro: — E di che? — E la fante, non restando di lagrimar, disse: — Messer, voi sapete che giovane Ruggeri d’Aieroli sia, al quale, piacendogli io, tra per paura e per amor mi convenne uguanno divenire amica: e sappiendo egli iersera che voi non c’eravate, tanto mi lusingò, che io in casa vostra nella mia camera a dormir meco il menai, ed avendo egli sete né io avendo ove piú tosto ricorrere o per acqua o per vino, non volendo che la vostra donna, la quale in sala era, mi vedesse, ricordandomi che nella vostra camera una guastadetta d’acqua aveva veduta, corsi per quella e sí gliele diedi bere, e la guastada riposi donde levata l’avea; di che io truovo che voi in casa un gran romor n’avete fatto. E certo io confesso che io feci male: ma chi è colui che alcuna volta mal non faccia? Io ne son molto dolente d’averlo fatto; nonpertanto, per questo e per quello che poi ne seguí, Ruggeri n’è per perdere la persona, per che io quanto piú posso vi priego che voi mi perdoniate e mi diate licenza che io vada ad aiutare, in quello che per me si potrá, Ruggeri. — Il medico, udendo costei, con tutto che ira avesse, motteggiando rispose: — Tu te n’hai data la perdonanza tu stessa, per ciò che, dove tu credesti questa notte un giovane avere che molto bene il pilliccion ti scotesse, avesti un dormiglione: e per ciò va’ procaccia la salute del tuo amante, e per innanzi ti guarda di piú in casa non menarlo, ché io ti pagherei di questa volta e di quella. — Alla fante per la prima taroccata parendo aver ben procacciato, quanto piú tosto poté se n’andò alla prigione dove Ruggeri era, e tanto il prigionier lusingò, che egli la lasciò a Rugger favellare. La quale, poi che informato l’ebbe di ciò che risponder dovesse allo stradicò se scampar volesse, tanto fece che allo stradicò andò davanti. Il quale, prima che ascoltarla volesse, per ciò che fresca e gagliarda era, volle una volta