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novella decima 331

l’una delle gambe, il cui difetto avendo il maestro veduto, disse a’ suoi parenti che, dove uno osso fracido il quale aveva nella gamba non gli si cavasse, a costui si convenia del tutto o tagliar tutta la gamba o morire: ed a trargli l’osso potrebbe guerire, ma che egli altro che per morto nol prenderebbe; a che accordatisi coloro a’ quali apparteneva, per cosí gliele diedero. Il medico, avvisando che l’infermo senza essere adoppiato non sosterrebbe la pena né si lascerebbe medicare, dovendo attendere in sul vespro a questo servigio, fe’ la mattina d’una sua certa composizione stillare un’acqua la quale l’avesse, bevendola, tanto a far dormire quanto esso avvisava di doverlo poter penare a curare: e quella fattasene venire a casa, nella sua camera la pose, senza dire ad alcuno ciò che si fosse. Venuta l’ora del vespro, dovendo il maestro andare a costui, gli venne un messo da certi suoi grandissimi amici d’Amalfi che egli non dovesse lasciar per cosa alcuna che incontanente lá non andasse, per ciò che una gran zuffa stata v’era, di che molti v’erano stati fediti. Il medico, prolungata nella seguente mattina la cura della gamba, salito in su una barchetta, n’andò ad Amalfi; per la qual cosa la donna, sappiendo lui la notte non dovere tornare a casa, come usata era, occultamente si fece venir Ruggeri e nella sua camera il mise, e dentro il vi serrò infino a tanto che certe altre persone della casa s’andassero a dormire. Standosi adunque Ruggeri nella camera ed aspettando la donna, avendo o per fatica il dí durata o per cibo salato che mangiato avesse o forse per usanza una grandissima sete, gli venne nella finestra veduta questa guastadetta d’acqua la quale il medico per lo ’nfermo aveva fatta, e credendola acqua da bere, a bocca postalasi, tutta la bevve: né stette guari, che un gran sonno il prese, e fussi addormentato. La donna come prima poté nella camera se ne venne, e trovato Rugger dormendo lo ’ncominciò a tentare ed a dire con sommessa voce che sú si levasse, ma questo era niente: egli non rispondeva né si movea punto; per che la donna, alquanto turbata, con piú forza il sospinse, dicendo: — Leva sú, dormiglione, ché, se tu volevi dormire, tu te ne dovevi andare a casa tua, e non venir qui. — Ruggeri,