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novella sesta 313

poté la sua paura nascose; e come che con lui abbracciandolo e basciandolo alcuna volta e da lui essendo abbracciata e basciata si sollazzasse, sospettando e non sappiendo che, piú che l’usato spesse volte il riguardava nel volto, e talvolta per lo giardin riguardava se alcuna cosa nera vedesse venir d’alcuna parte. Ed in tal maniera dimorando, Gabriotto, gittato un gran sospiro, l’abbracciò e disse: — Oimè! anima mia, aiutami, che io muoio — e cosí detto, ricadde in terra sopra l’erba del pratello. Il che veggendo la giovane e lui caduto ritirandosi in grembo, quasi piagnendo disse: — O signor mio dolce, o che ti senti tu? — Gabriotto non rispose, ma ansando forte e sudando tutto, dopo non guari di spazio passò della presente vita. Quanto questo fosse grave e noioso alla giovane che piú che sé l’amava, ciascuna sel dée poter pensare. Ella il pianse assai, ed assai volte invano il chiamò: ma poi che pur s’accorse lui del tutto esser morto, avendolo per ogni parte del corpo cercato ed in ciascuna trovandolo freddo, non sappiendo che far né che dirsi, cosí lagrimosa come era e piena d’angoscia andò la sua fante a chiamare, la quale di questo amor consapevole era, e la sua miseria ed il suo dolore le dimostrò. E poi che miseramente insieme alquanto ebber pianto sopra il morto viso di Gabriotto, disse la giovane alla fante: — Poi che Iddio m’ha tolto costui, io non intendo di piú stare in vita; ma prima che io ad uccidermi venga, vorrei io che noi prendessimo modo convenevole a servare il mio onore ed il segreto amore tra noi stato, e che il corpo, del quale la graziosa anima s’è partita, fosse sepellito. — A cui la fante disse: — Figliuola mia, non dir di volerti uccidere, per ciò che, se tu l’hai qui perduto, uccidendoti, anche nell’altro mondo il perderesti, perciò che tu n’andresti in inferno, lá dove io son certa che la sua anima non è andata, per ciò che buon giovane fu: ma molto meglio è a confortarti e pensare d’aiutare con orazioni o con altro bene l’anima sua, se forse per alcun peccato commesso n’ha bisogno. Del sepellirlo è il modo presto qui in questo giardino, il che niuna persona saprá giá mai, per ciò che niun sa che egli mai ci venisse; e se cosí non vuogli, mettiánlo qui fuori del giardino