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novella terza 299

molti giorni avvenne che per altra malvagia opera fu presa la vecchia che alla Ninetta l’acqua avvelenata composta avea, la quale tra gli altri suoi mali, martoriata, confessò questo, pienamente mostrando ciò che per quello avvenuto ne fosse; di che il duca di Creti, senza alcuna cosa dirne, tacitamente una notte fu dintorno al palagio di Folco, e senza romore o contraddizione alcuna, presa ne menò la Ninetta, dalla quale, senza alcun martorio, prestissimamente ciò che udir volle, ebbe della morte di Restagnone. Folco ed Ughetto occultamente dal duca avean sentito, e da lor le lor donne, perché presa la Ninetta fosse; il che forte dispiacque loro, ed ogni studio ponevano in far che dal fuoco la Ninetta dovesse campare, al quale avvisavano che giudicata sarebbe, sí come colei che molto ben guadagnato l’avea: ma tutto pareva niente, per ciò che il duca pur fermo a volerne far giustizia stava. La Maddalena, la quale bella giovane era e lungamente stata vagheggiata dal duca, senza mai aver voluta far cosa che gli piacesse, imaginando che, piacendogli, potrebbe la sirocchia dal fuoco sottrarre, per un cauto ambasciadore gli significò, sé essere presta ad ogni suo comandamento, dove due cose ne dovesser seguire: la prima, che ella la sua sorella salva e libera dovesse riavere; l’altra, che questa cosa fosse segreta. Il duca, udita l’ambasciata e piaciutagli, lungamente seco pensò se fare il volesse, ed alla fine vi s’accordò, e rispose che era presto. Fatto adunque di consentimento della donna, quasi da loro informar si volesse del fatto, sostenere una notte Folco ed Ughetto, ad albergare se n’andò segretamente con la Maddalena; e fatto prima sembianti d’avere la Ninetta messa in un sacco e doverla quella notte stessa fare in mar mazzerare, seco la rimenò alla sua sorella e per prezzo di quella notte gliele donò, la mattina nel dipartirsi pregandola che quella notte, la quale prima era stata nel loro amore, non fosse l’ultima, ed oltre a questo le ’mpose che via ne mandasse la colpevole donna, acciò che a lui non fosse biasimo o non gli convenisse da capo contro di lei incrudelire. La mattina seguente Folco ed Ughetto, avendo udito, la Ninetta la notte essere stata mazzerata, e credendolo, furon liberati: ed alla lor casa per