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novella terza 297

potremo li piú contenti uomini che altri che al mondo sieno. A voi omai sta il prender partito in volervi di ciò consolare, o lasciarlo. — Li due giovani, che oltre modo ardevano, udendo che le lor giovani avrebbono, non penâr troppo a diliberarsi, ma dissero, dove questo seguir dovesse, che essi erano apparecchiati di cosí fare. Restagnone, avuta questa risposta da’ giovani, ivi a pochi giorni si trovò con la Ninetta, alla quale non senza gran malagevolezza andar poteva: e poi che alquanto con lei fu dimorato, ciò che co’ giovani detto avea le ragionò, e con molte ragion s’ingegnò di farle questa impresa piacere. Ma poco malagevole gli fu, per ciò che essa molto piú di lui disiderava di poter con lui esser senza sospetto: per che, liberamente rispostogli che le piaceva e che le sorelle, e massimamente in questo, quello farebbono che ella volesse, gli disse che ogni cosa opportuna intorno a ciò quanto piú tosto potesse ordinasse. Restagnone a’ due giovani tornato, li quali molto a ciò che ragionato avea loro il sollecitavano, disse loro che dalla parte delle lor donne l’opera era messa in assetto: e tra sé diliberati di doverne in Creti andare, vendute alcune possessioni le quali avevano, sotto titolo di volere co’ denari andar mercatando, e d’ogni altra lor cosa fatti denari, una saettia comperarono e quella segretamente armarono di gran vantaggio: ed aspettarono il termine dato. D’altra parte, la Ninetta, che del disidèro delle sorelle sapeva assai, con dolci parole in tanta volontá di questo fatto l’accese, che esse non credevano tanto vivere che a ciò pervenissero. Per che, venuta la notte che salire sopra la saettia dovevano, le tre sorelle, aperto un gran cassone del padre loro, di quello grandissima quantitá di denari e di gioie trassono, e con esse di casa tutte e tre tacitamente uscite, secondo l’ordine dato, li lor tre amanti che l’aspettavan trovarono; con li quali senza alcuno indugio sopra la saettia montate, diêr de’ remi in acqua ed andâr via, e senza punto rattenersi in alcun luogo, la seguente sera giunsero a Genova, dove i novelli amanti gioia e piacere primieramente presero del loro amore. E rinfrescatisi di ciò che avean bisogno, andaron via, e d’un porto in uno altro, anzi che l’ottavo