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novella prima 281

cosa e per l’altra, piena di concupiscibile disidèro, al quale maravigliosissime forze hanne dato l’aver giá, per essere stata maritata, conosciuto qual piacer sia a cosí fatto disidèro dar compimento. Alle quali forze non potendo io resistere, a seguir quello a che elle mi tiravano, sí come giovane e femina, mi disposi, ed innamora’mi. E certo in questo opposi ogni mia vertú, di non volere a te né a me di quello a che natural peccato mi tirava, in quanto per me si potesse operare, vergogna fare. Alla qual cosa e pietoso Amore e benigna fortuna assai occulta via m’avean trovata e mostrata, per la quale, senza sentirlo alcuno, io a’ miei disidèri perveniva: e questo, chi che ti se l’abbia mostrato o come che tu il sappi, io nol nego. Guiscardo non per accidente tolsi, come molte fanno, ma con diliberato consiglio elessi innanzi ad ogni altro, e con avveduto pensiero a me lo ’ntrodussi, e con savia perseveranza di me e di lui lungamente goduta sono del mio disio. Di che egli pare, oltre all’amorosamente aver peccato, che tu, piú la volgare oppinione che la veritá seguitando, con piú amaritudine mi riprenda, dicendo, quasi turbato esser non ti dovessi se io nobile uomo avessi a questo eletto, che io con uomo di bassa condizion mi son posta; in che non t’accorgi che non il mio peccato ma quello della fortuna riprendi, la quale assai sovente li non degni ad alto leva, abbasso lasciando i degnissimi. Ma lasciamo or questo, e riguarda alquanto a’ princípi delle cose: tu vedrai noi d’una massa di carne tutti la carne avere, e da uno medesimo creatore tutte l’anime con iguali forze, con iguali potenze, con iguali vertú create. La vertú primieramente noi, che tutti nascemmo e nasciamo iguali, ne distinse; e quegli che di lei maggior parte avevano ed adoperavano nobili furon detti, ed il rimanente rimase non nobile. E benché contraria usanza poi abbia questa legge nascosa, ella non è ancor tolta via né guasta dalla natura né da’ buon costumi: e per ciò colui che virtuosamente adopera, apertamente sé mostra gentile, e chi altramenti il chiama, non colui che è chiamato ma colui che chiama commette difetto. Ragguarda tra tutti i tuoi nobili uomini ed esamina la lor vita, i lor costumi e le loro maniere, e d’altra parte