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260 giornata terza

vedrai. — E cominciossi a spogliare quegli pochi vestimenti che avea, e rimase tutto ignudo, e cosí ancora fece la fanciulla; e posesi inginocchione a guisa che adorar volesse e di rimpetto a sé fece star lei. E cosí stando, essendo Rustico piú che mai nel suo disidèro acceso per lo vederla cosí bella, venne la resurrezion della carne; la quale riguardando Alibech e maravigliatasi, disse: — Rustico, quella che cosa è che io ti veggio, che cosí si pigne in fuori, e non l’ho io? — O figliuola mia, — disse Rustico — questo è il diavolo di che io t’ho parlato; e vedi tu ora: egli mi dá grandissima molestia, tanto che io appena la posso sofferire. — Allora disse la giovane: — O lodato sia Iddio, ché io veggio che io sto meglio che non stai tu, ché io non ho cotesto diavolo io. — Disse Rustico: — Tu di’ vero, ma tu hai un’altra cosa, che non l’ho io, ed haila in iscambio di questo. — Disse Alibech: — O che? — A cui Rustico disse: — Hai il ninferno, e dicoti che io mi credo che Iddio t’abbia qui mandata per la salute dell’anima mia, per ciò che, se questo diavolo pur mi dará questa noia, ove tu vogli aver di me tanta pietá e sofferire che io in inferno il rimetta, tu mi darai grandissima consolazione ed a Dio farai grandissimo piacere e servigio, se tu per quello fare in queste parti venuta se’, che tu di’. — La giovane di buona fede rispose: — O padre mio, poscia che io ho il ninferno, sia pure quando vi piacerá. — Disse allora Rustico: — Figliuola mia, benedetta sii tu! Andiamo adunque e rimettianlovi, sí che egli poscia mi lasci stare. — E cosí detto, menata la giovane sopra un de’ lor letticelli, le ’nsegnò come starsi dovesse a dovere incarcerare quel maladetto da Dio. La giovane, che mai piú non aveva in inferno messo diavolo alcuno, per la prima volta sentí un poco di noia; per che ella disse a Rustico: — Per certo, padre mio, mala cosa dée essere questo diavolo, e veramente nemico di Dio, ché ancora al ninferno, non che altrui, duole quando egli v’è dentro rimesso. — Disse Rustico: — Figliuola, egli non avverrá sempre cosí. — E per fare che questo non avvenisse, da sei volte anzi che di sul letticel si movessero vel rimisero, tanto che per quella volta gli trassero sí la superbia del capo, che egli si stette volentieri