Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/254

250 giornata terza

tenera etá fervente pose a questo Beltramo. Al quale, morto il conte e lui nelle mani del re lasciato, ne convenne andare a Parigi, di che la giovanetta fieramente rimase sconsolata: e non guari appresso essendosi il padre di lei morto, se onesta cagione avesse potuta avere, volentieri a Parigi per vedere Beltramo sarebbe andata, ma essendo molto guardata, per ciò che ricca e sola era rimasa, onesta via non vedea. Ed essendo ella giá d’etá da marito, non avendo mai potuto Beltramo dimenticare, molti a’ quali i suoi parenti l’avevan voluta maritare rifiutati n’avea senza la cagion dimostrare. Ora, avvenne che, ardendo ella dell’amor di Beltramo piú che mai, per ciò che bellissimo giovane udiva che era divenuto, le venne sentita una novella, come al re di Francia, per una nascenza che avuta avea nel petto ed era male stata curata, gli era rimasa una fistola la quale di grandissima noia e di grandissima angoscia gli era, né s’era ancor potuto trovar medico, come che molti se ne fossero esperimentati, che di ciò l’avesse potuto guerire, ma tutti l’avean peggiorato; per la qual cosa il re disperatosene, piú d’alcun non volea né consiglio né aiuto. Di che la giovane fu oltre modo contenta, e pensossi non solamente per questo aver legittima cagione d’andare a Parigi, ma, se quella infermitá fosse che ella credeva, leggermente poterle venir fatto d’aver Beltramo per marito. Laonde, sí come colei che giá dal padre aveva assai cose apprese, fatta sua polvere di certe erbe utili a quella infermitá che avvisava che fosse, montò a cavallo ed a Parigi n’andò. Né prima altro fece che ella s’ingegnò di veder Beltramo, ed appresso nel cospetto del re venuta, di grazia chiese che la sua infermitá le mostrasse. Il re, veggendola bella giovane ed avvenente, non gliele seppe disdire, e mostrògliele. Come costei l’ebbe veduta, cosí incontanente si confortò di doverlo guerire, e disse: — Monsignore, quando vi piaccia, senza alcuna noia o fatica di voi, io ho speranza in Dio d’avervi in otto giorni di questa infermitá renduto sano. — Il re si fece in se medesimo beffe delle parole di costei, dicendo: — Quello che i maggior medici del mondo non hanno potuto né saputo, una giovane femina come il