che Domenedio vuole che qui rappresentato ti sia. — Disse allora
Ferondo: — Domine, dálle il buono anno! Io le voleva ben
gran bene anzi che io morissi, tanto che io la mi teneva tutta
notte in braccio e non faceva altro che basciarla, ed anche faceva
altro quando voglia me ne veniva. — E poi, gran voglia
avendone, cominciò a mangiare ed a bere, e non parendogli
il vino troppo buono, disse: — Domine, falla trista! ché ella non
diede al prete del vino della botte di lungo il muro. — Ma
poi che mangiato ebbe, il monaco da capo il riprese e con
quelle medesime verghe gli diede una gran battitura. A cui Ferondo,
avendo gridato assai, disse: — Deh! questo perché mi
fai tu? — Disse il monaco: — Per ciò che cosí ha comandato
Domenedio che ogni dí due volte ti sia fatto. — E per che
cagione? — disse Ferondo. Disse il monaco: — Perché tu fosti
geloso, avendo la miglior donna che fosse nelle tue contrade
per moglie. — Oimè! — disse Ferondo — tu di’ vero: e la piú
dolce; ella era piú melata che il confetto: ma io non sapeva
che Domenedio avesse per male che l’uomo fosse geloso,
ché io non sarei stato. — Disse il monaco: — Di questo ti dovevi
tu avvedere mentre eri di lá, ed ammendartene; e se egli
avvien che tu mai vi torni, fa’ che tu abbi sí a mente quello
che io ti fo ora, che tu non sii mai piú geloso. — Disse Ferondo:
— O ritórnavi mai chi muore? — Disse il monaco: — Sí,
chi Dio vuole. — Oh! — disse Ferondo — se io vi torno mai,
io sarò il migliore marito del mondo; mai non la batterò,
mai non le dirò villania, se non del vino che ella ci ha mandato
stamane: ed anche non ci ha mandato candela niuna, ed
èmmi convenuto mangiare al buio. — Disse il monaco: — Sí
fece bene, ma elle arsero alle messe. — Oh! — disse Ferondo
— tu dirai vero; e per certo, se io vi torno, io le lascerò
fare ciò che ella vorrá. Ma dimmi: chi se’ tu che questo mi
fai? — Disse il monaco: — Io sono anche morto, e fui di Sardigna;
e perché io lodai giá molto ad un mio signore l’esser
geloso, sono stato dannato da Dio a questa pena, che io ti
debba dare mangiare e bere e queste battiture infino a tanto
che Iddio dilibererá altro di te e di me. — Disse Ferondo: