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216 giornata terza

quando me gli ristorerá egli giá mai? quando io sarò vecchia? Ed oltre a questo, quando troverò io mai un cosí fatto amante come è il Zima? Io son sola, né ho d’alcuna persona paura: io non so perché io non mi prendo questo buon tempo mentre che io posso; io non avrò sempre spazio come io ho al presente: questa cosa non saprá mai persona, e se egli pur si dovesse risapere, sí è egli meglio fare e pentere che starsi e pentersi. — E cosí seco medesima consigliata, un dí pose due asciugatoi alla finestra del giardino, come il Zima aveva detto; il quali il Zima veggendo, lietissimo, come la notte fu venuta, segretamente e solo se n’andò all’uscio del giardino della donna, e quello trovò aperto: e quindi n’andò ad uno altro uscio che nella casa entrava, dove trovò la gentil donna che l’aspettava. La qual veggendol venire, levataglisi incontro, con grandissima festa il ricevette, ed egli abbracciandola e basciandola centomilia volte, su per le scale la seguitò; e senza alcuno indugio coricatisi, gli ultimi termini conobber d’amore. Né questa volta, come che la prima fosse, fu però l’ultima: per ciò che mentre il cavaliere fu a Melano, ed ancor dopo la sua tornata, vi tornò con grandissimo piacere di ciascuna delle parti il Zima molte dell’altre volte.

[VI]

Ricciardo Minutolo ama la moglie di Filippello Sighinolfo; la quale sentendo gelosa, col mostrare Filippello il dí seguente con la moglie di lui dovere essere ad un bagno, fa che ella vi va, e credendosi col marito essere stata, si truova che con Ricciardo è dimorata.


Niente restava piú avanti a dire ad Elissa, quando, commendata la sagacitá del Zima, la reina impose alla Fiammetta che procedesse con una; la qual tutta ridente rispose: — Madonna, volentieri — e cominciò:

Alquanto è da uscire della nostra cittá, la quale come d’ogni altra cosa è copiosa, cosí è d’esempli ad ogni materia, e come Elissa ha fatto, alquanto delle cose che per l’altro mondo