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novella seconda 193

addivenne che un pallafreniere della detta reina, uomo quanto a nazione di vilissima condizione, ma per altro da troppo piú che da cosí vil mestiere, e della persona bello e grande cosí come il re fosse, senza misura della reina s’innamorò: e per ciò che il suo basso stato non gli avea tolto che egli non conoscesse questo suo amore esser fuori d’ogni convenienza, sí come savio, a niuna persona il palesava né eziandio a lei con gli occhi ardiva di scoprirlo. E quantunque senza alcuna speranza vivesse di dover mai a lei piacere, pur seco si gloriava che in alta parte avesse allogati i suoi pensieri, e come colui che tutto ardeva in amoroso fuoco, studiosamente faceva, oltre ad ogni altro de’ suoi compagni, ogni cosa la qual credeva che alla reina dovesse piacere. Per che intervenia che la reina, dovendo cavalcare, piú volentieri il pallafreno da costui guardato cavalcava che alcuno altro; il che quando avveniva, costui in grandissima grazia sel reputava, e mai dalla staffa non le si partiva, beato tenendosi qualora pure i panni toccarle poteva. Ma come noi veggiamo assai sovente avvenire, quanto la speranza diventa minore, tanto l’amor maggior farsi, cosí in questo povero pallafreniere avvenia, intanto che gravissimo gli era il poter comportare il gran disio cosí nascoso come facea, non essendo da alcuna speranza aiutato; e piú volte seco, da questo amor non potendo disciogliersi, diliberò di morire. E pensando seco del modo, prese per partito di volere questa morte per cosa per la quale apparisse lui morire per l’amore che alla reina aveva portato e portava: e questa cosa propose di voler che tal fosse, che egli in essa tentasse la sua fortuna in potere o tutto o parte aver del suo disidèro. Né si fece a voler dir parole alla reina o a voler per lettere far sentire il suo amore, ché sapeva che invano o direbbe o scriverebbe, ma a voler provare se per ingegno con la reina giacer potesse: né altro ingegno né via c’era se non trovar modo come egli in persona del re, il quale sapea che del continuo con lei non giacea, potesse a lei pervenire e nella sua camera entrare. Per che, acciò che vedesse in che maniera ed in che abito il re, quando a lei andava, andasse, piú volte di notte in una gran sala del palagio del re, la quale in mezzo era tra