canaletti simili quasi per ogni parte del giardin discorrea, raccogliendosi ultimamente in una parte dalla quale del bel giardino avea l’uscita, e quindi verso il pian discendendo chiarissima, avanti che a quel divenisse, con grandissima forza e con non piccola utilitá del signore due mulina volgea. Il veder questo giardino, il suo bello ordine, le piante e la fontana co’ ruscelletti procedenti da quella tanto piacque a ciascuna donna ed a’ tre giovani, che tutti cominciarono ad affermare che, se paradiso si potesse in terra fare, non sapevano conoscere che altra forma che quella di quel giardino gli si potesse dare, né pensare, oltre a questo, qual bellezza gli si potesse aggiugnere. Andando adunque contentissimi dintorno per quello, faccendosi di vari rami d’alberi ghirlande bellissime, tuttavia udendo forse venti maniere di canti d’uccelli quasi a pruova l’un dell’altro cantare, s’accorsero d’una dilettevol bellezza della quale, dall’altre soprappresi, non s’erano ancora accorti: ché essi videro il giardin pieno forse di cento varietá di belli animali, e l’uno all’altro mostrandolo, d’una parte uscir conigli, d’altra parte correr lepri, e dove giacer cavriuoli, ed in alcuna cerbiatti giovani andar pascendo, ed oltre a questi, altre piú maniere di non nocivi animali, ciascuno a suo diletto, quasi dimestichi andarsi a sollazzo; le quali cose, oltre agli altri piaceri, un vie maggior piacere aggiunsero. Ma poi che assai, or questa cosa or quella veggendo, andati furono, fatto dintorno alla bella fonte metter le tavole, e quivi prima sei canzonette cantate ed alquanti balli fatti, come alla reina piacque, andarono a mangiare, e con grandissimo e bello e riposato ordine serviti, e di buone e dilicate vivande, divenuti piú lieti sú si levarono, ed a’ suoni ed a’ canti ed a’ balli da capo si dierono infino che alla reina, per lo caldo sopravvegnente, parve ora che, a cui piacesse, s’andasse a dormire. De’ quali chi v’andò e chi, vinto dalla bellezza del luogo, andar non vi volle: ma quivi dimoratisi, chi a legger romanzi, chi a giucare a scacchi e chi a tavole, mentre gli altri dormiron, si diede. Ma poi che, passato la nona, levato si fu, ed il viso con la fresca acqua rinfrescato s’ebbero, nel prato, sí come alla reina piacque, vicini alla fontana venutine, ed in quello secondo