Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/187


L’aurora giá di vermiglia cominciava, appressandosi il sole, a divenir rancia, quando, la domenica, la reina levata e fatta tutta la sua compagnia levare, ed avendo giá il siniscalco gran pezza davanti mandato al luogo dove andar doveano assai delle cose opportune e chi quivi preparasse quello che bisognava, veggendo giá la reina in cammino, prestamente fatta ogni altra cosa caricare, quasi quindi il campo levato, con la salmeria n’andò e con la famiglia rimasa appresso delle donne e de’ signori. La reina adunque con lento passo, accompagnata e seguita dalle sue donne e dai tre giovani, alla guida del canto di forse venti usignuoli ed altri uccelli, per una vietta non troppo usata, ma piena di verdi erbette e di fiori li quali per lo sopravvegnente sole tutti s’incominciavano ad aprire, prese il cammino verso l’occidente, e cianciando e motteggiando e ridendo con la sua brigata, senza essere andata oltre a dumilia passi, assai avanti che mezza terza fosse, ad un bellissimo e ricco palagio, il quale alquanto rilevato dal piano sopra un poggetto era posto, gli ebbe condotti. Nel quale entrati e per tutto andati, ed avendo vedute le gran sale, le pulite ed ornate camere compiutamente ripiene di ciò che a camera s’appartiene, sommamente il commendarono, e magnifico reputarono il signor di quello; poi, abbasso discesi, e veduta l’ampissima e lieta corte di quello, le vòlte piene d’ottimi vini e la freddissima acqua ed in gran copia che quivi surgea, piú ancora il lodarono. Quindi, quasi di riposo vaghi, sopra una loggia che la corte tutta signoreggiava, essendo ogni cosa piena di quei fiori che concedeva il tempo e di frondi, postesi a sedere,