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buon tempo si diedono. Per la qual cosa, donne mie care, mi pare che ser Bernabò, disputando con Ambruogiuolo, cavalcasse la capra inverso il chino.
Questa novella die’ tanto che ridere a tutta la compagnia, che niuna ve n’era a cui non dolessero le mascelle: e di pari consentimento tutte le donne dissero che Dioneo diceva vero e che Bernabò era stato una bestia. Ma poi che la novella fu finita e le risa ristate, avendo la reina riguardato che l’ora era omai tarda e che tutti avean novellato, e la fine della sua signoria era venuta, secondo il cominciato ordine, trattasi la ghirlanda di capo, sopra la testa la pose di Neifile, con lieto viso dicendo: — Omai, cara compagna, di questo piccol popolo il governo sia tuo — ed a seder si ripose. Neifile del ricevuto onore un poco arrossò, e tal nel viso divenne qual fresca rosa d’aprile o di maggio in su lo schiarir del giorno si mostra, con gli occhi, vaghi e scintillanti non altramenti che matutina stella, un poco bassi. Ma poi che l’onesto romor de’ circostanti, nel quale il favor loro verso la reina lietamente mostravano, si fu riposato ed ella ebbe ripreso l’animo, alquanto piú alta che usata non era sedendo, disse:
Poi che cosí è che io vostra reina sono, non dilungandomi dalla maniera tenuta per quelle che davanti a me sono state, il cui reggimento voi ubidendo commendato avete, il parer mio in poche parole vi farò manifesto; il quale se dal vostro consiglio sará commendato, quel seguiremo. Come voi sapete, domane è venerdí ed il seguente dí sabato, giorni, per le vivande le quali s’usano in quegli, alquanto tediosi alle piú genti: senza che, il venerdí, avendo riguardo che in esso Colui che per la nostra vita morí, sostenne passione, è degno di reverenza; per che giusta cosa e molto onesta reputerei che, ad onor di Dio, piú tosto ad orazioni che a novelle vacassimo. Ed il sabato appresso usanza è delle donne di lavarsi la testa e di tôr via ogni polvere ed ogni sucidume che per la fatica di tutta la passata settimana sopravvenuta fosse: e soglion similmente assai, a reverenza della Vergine madre del Figliuolo di Dio, digiunare,