Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/176

172 giornata seconda

bella donna, e quivi standosi, per darle alcuna consolazione, fece un giorno pescare, e sopra due barchette, egli in su una co’ pescatori ed ella in su un’altra con altre donne, andarono a vedere: e tirandogli il diletto, parecchie miglia quasi senz’accorgersene n’andarono infra mare. E mentre che essi piú attenti stavano a riguardare, subito una galeotta di Paganin da Mare, allora molto famoso corsale, sopravvenne, e vedute le barche, si dirizzò a loro; le quali non poteron sí tosto fuggire, che Paganin non giugnesse quella ove eran le donne, nella quale veggendo la bella donna, senza altro volerne, quella, veggente messer Riccardo che giá era in terra, sopra la sua galeotta posta, andò via. La qual cosa veggendo messer lo giudice, il quale era sí geloso, che temeva dell’aere stesso, se esso fu dolente non è da domandare. Egli senza prò, ed in Pisa ed altrove, si dolfe della malvagitá de’ corsari, senza sapere chi la moglie tolta gli avesse o dove portatala. A Paganino, veggendola cosí bella, parve star bene: e non avendo moglie, si pensò di sempre tenersi costei, e lei che forte piagnea cominciò dolcemente a confortarla. E venuta la notte, essendo a lui il calendaro caduto da cintola ed ogni festa o feria uscita di mente, la cominciò a confortar co’ fatti, parendogli che poco fossero il dí giovate le parole: e per si fatta maniera la racconsolò, che, prima che a Monaco giugnessero, ed il giudice e le sue leggi le furono uscite di mente, e cominciò a viver piú lietamente del mondo con Paganino; il quale, a Monaco menatala, oltre alle consolazioni che di dí e di notte le dava, onoratamente come sua moglie la tenea. Poi a certo tempo, pervenuto agli orecchi di messer Riccardo dove la sua donna fosse, con ardentissimo disidèro, avvisandosi niuno interamente saper far ciò che a ciò bisognava, esso stesso dispose d’andar per lei, disposto a spendere per lo riscatto di lei ogni quantitá di denari; e messosi in mare, se n’andò a Monaco, e quivi la vide ed ella lui, la quale poi la sera a Paganino il disse e lui della sua intenzione informò. La seguente mattina messer Riccardo, veggendo Paganino, con lui s’accontò e fece in poca d’ora una gran dimestichezza ed amistá,