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156 giornata seconda

gravemente, e conoscendo ella se medesima venire alla morte, contrita d’ogni suo peccato, divotamente si confessò dall’arcivescovo di Ruem, il quale da tutti era tenuto un santissimo e buono uomo, e tra gli altri peccati gli narrò ciò che per lei a gran torto il conte d’Anguersa ricevuto avea: né solamente fu a lui contenta di dirlo, ma davanti a molti altri valenti uomini tutto come era stato raccontò, pregandogli che col re operassono che il conte, se vivo fosse, e se non, alcun de’ suoi figliuoli nel loro stato restituiti fossero; né guari poi dimorò, che, di questa vita passata, onorevolmente fu sepellita. La quale confessione al re raccontata, dopo alcun doloroso sospiro delle ’ngiurie fatte al valente uomo a torto, il mosse a fare andare per tutto l’esercito, ed oltre a ciò in molte altre parti, una grida, che chi il conte d’Anguersa o alcuno de’ figliuoli gli rinsegnasse, maravigliosamente da lui per ognuno guiderdonato sarebbe, con ciò fosse cosa che egli lui per innocente di ciò per che in esilio andato era l’avesse, per la confessione fatta dalla reina, e nel primo stato ed in maggiore intendeva di ritornarlo. Le quali cose il conte in forma di ragazzo udendo, e sentendo che cosí era il vero, subitamente fu a Giachetto ed il pregò che con lui insieme fosse con Perotto, per ciò che egli voleva loro mostrare ciò che il re andava cercando. Adunati adunque tutti e tre insieme, disse il conte a Perotto, che giá era in pensiero di palesarsi: — Perotto, Giachetto che è qui, ha tua sorella per mogliere, né mai n’ebbe alcuna dota; e per ciò, acciò che tua sorella senza dota non sia, io intendo che egli e non altri abbia questo beneficio che il re promette cosí grande per te, e ti rinsegni sí come figliuolo del conte d’Anguersa, e per la Violante, tua sorella e sua mogliere, e per me, che il conte d’Anguersa e vostro padre sono. — Perotto, udendo questo e fiso guardandolo, tantosto il riconobbe, e piagnendo gli si gittò a’ piedi ed abbracciollo dicendo: — Padre mio, voi siate il molto ben venuto! — Giachetto, prima udendo ciò che il conte detto avea e poi veggendo quello che Perotto faceva, fu ad una ora da tanta maraviglia e da tanta allegrezza soprappreso, che appena sapeva che far si dovesse: ma pur,