ed appresso infino a’ fondamenti le mandâr giuso. La novella, secondo che sconcia si diceva, pervenne nell’oste al re ed al figliuolo, li quali, turbati molto, a perpetuo esilio lui ed i suoi discendenti dannarono, grandissimi doni promettendo a chi o vivo o morto loro il presentasse. Il conte, dolente che d’innocente, fuggendo, s’era fatto nocente, pervenuto senza farsi conoscere o essere conosciuto, co’ suoi figliuoli, a Calese, prestamente trapassò in Inghilterra ed in povero abito n’andò verso Londra, nella quale prima che entrasse, con molte parole ammaestrò i due piccoli figliuoli, e massimamente in due cose: prima, che essi pazientemente comportassero lo stato povero nel quale senza lor colpa la fortuna con lui insieme gli aveva recati, ed appresso, che con ogni sagacitá si guardassero di mai non manifestare ad alcuno onde si fossero né di cui figliuoli, se cara avevan la vita. Era il figliuolo, chiamato Luigi, di forse nove anni, e la figliuola, che nome avea Violante, n’avea forse sette; li quali, secondo che comportava la loro tenera etá, assai bene compresero l’ammaestramento del padre loro, e per opera il mostrarono appresso. Il che acciò che meglio fare si potesse, gli parve da dover loro i nomi mutare; e cosí fece, e nominò il maschio Perotto e Giannetta la femina: e pervenuti poveramente vestiti in Londra, a guisa che far veggiamo a questi paltonier franceschi, si diedero ad andar la limosina addomandando. Ed essendo per ventura in tal servigio una mattina ad una chiesa, avvenne che una gran dama, la quale era moglie dell’un de’ maliscalchi del re d’Inghilterra, uscendo della chiesa, vide questo conte ed i due suoi figliuoletti che limosina addomandavano; il quale ella domandò donde fosse e se suoi erano quegli figliuoli. Alla quale egli rispose che era di Piccardia e che, per misfatto d’un suo maggior figliuolo, ribaldo con quegli due, che suoi erano, gli era convenuto partire. La dama, che pietosa era, pose gli occhi sopra la fanciulla, e piacquele molto, per ciò che bella e gentilesca ed avvenente era, e disse: — Valente uomo, se tu ti contenti di lasciare appresso di me questa tua figliuoletta, per ciò che buono aspetto ha, io la prenderò volentieri, e se valente femina sará, io la mariterò a quel tempo