Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/134

130 giornata seconda

subitamente corse la fama della sua gran bellezza per la cittá, ed agli orecchi del prenze della Morea, il quale allora era in Chiarenza, pervenne: laonde egli vederla volle, e vedutala ed oltre a quello che la fama portava bella parendogli, sí forte di lei subitamente s’innamorò, che ad altro non poteva pensare; ed avendo udito in che guisa quivi pervenuta fosse, s’avvisò di doverla potere avere. E cercando de’ modi ed i parenti del fedito sappiendolo, senza altro aspettare prestamente gliele mandarono; il che al prenze fu sommamente caro ed alla donna altressí, per ciò che fuori d’un gran pericolo esser le parve. Il prenze, veggendola, oltre alla bellezza, ornata di costumi reali, non potendo altramenti saper chi ella si fosse, nobile donna dovere essere l’estimò, e pertanto il suo amore in lei si raddoppiò: ed onorevolmente molto tenendola, non a guisa d’amica, ma di sua propria moglie la trattava. Il perché, avendo a’ trapassati mali alcun rispetto la donna e parendole assai bene stare, tutta riconfortata e lieta divenuta, intanto le sue bellezze fiorirono, che di niuna altra cosa pareva che tutta la Romania avesse da favellare. Per la qual cosa al duca d’Atene, giovane e bello e pro’ della persona, amico e parente del prenze, venne disidèro di vederla: e mostrando di venirlo a visitare, come usato era talvolta di fare, con bella ed onorevole compagnia se ne venne a Chiarenza, dove onorevolemente fu ricevuto e con gran festa. Poi, dopo alcun dí, venuti insieme a ragionamento delle bellezze di questa donna, domandò il duca se cosí era mirabil cosa come si ragionava; a cui il prenze rispose: — Molto piú; ma di ciò non le mie parole, ma gli occhi tuoi voglio ti faccian fede. — A che sollecitando il duca il prenze, insieme n’andarono lá dove ella era; la quale costumatamente molto e con lieto viso, avendo davanti sentita la lor venuta, gli ricevette. Ed in mezzo di loro fattala sedere, non si poté di ragionar con lei prender piacere, per ciò che essa poco o niente di quella lingua intendeva; per che ciascun lei sí come maravigliosa cosa guardava, ed il duca massimamente, il quale appena seco poteva credere, lei essere cosa mortale: e non accorgendosi, riguardandola, dell’amoroso veleno che egli con