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novella sesta 115

e piú mesi durò avanti che di ciò niuna persona s’accorgesse; per la qual cosa essi, troppo assicurati, cominciarono a tener maniera men discreta che a cosí fatte cose non si richiedea. Ed andando un giorno per un bosco bello e folto d’alberi la giovane insieme con Giannotto, lasciata tutta l’altra compagnia, entrarono innanzi; e parendo loro molta di via aver gli altri avanzati, in un luogo dilettevole e pien d’erba e di fiori, e d’alberi chiuso, ripostisi, a prendere amoroso piacere l’un dell’altro incominciarono. E come che lungo spazio stati giá fossero insieme, avendo il gran diletto fattolo loro parere molto brieve, in ciò dalla madre della giovane prima, ed appresso da Currado soprappresi furono. Il quale, doloroso oltre modo questo veggendo, senza alcuna cosa dire del perché, ammenduni gli fece pigliare a tre suoi servidori e ad un suo castello legati menarnegli: e d’ira e di cruccio fremendo andava, disposto di fargli vituperosamente morire. La madre della giovane, quantunque molto turbata fosse e degna reputasse la figliuola per lo suo fallo d’ogni crudel penitenza, avendo per alcuna parola di Currado compreso qual fosse l’animo suo verso i nocenti, non potendo ciò comportare, avacciandosi sopraggiunse l’adirato marito e cominciollo a pregare che gli dovesse piacere di non correr furiosamente a volere nella sua vecchiezza della figliuola divenir micidiale ed a bruttarsi le mani del sangue d’un suo fante, e che egli altra maniera trovasse a sodisfare all’ira sua, sí come di fargli imprigionare ed in prigione stentare e piagnere il peccato commesso. E tanto e queste e molte altre parole gli andò dicendo la santa donna, che essa da uccidergli l’animo suo rivolse: e comandò che in diversi luoghi ciascun di loro imprigionato fosse, e quivi guardati bene, e con poco cibo e con molto disagio servati infino a tanto che esso altro diliberasse di loro; e cosí fu fatto. Quale la vita loro in cattivitá ed in continue lagrime ed in piú lunghi digiuni che loro non sarien bisognati si fosse, ciascuno sel può pensare. Stando adunque Giannotto e la Spina in vita cosí dolente, ed essendovi giá uno anno senza ricordarsi Currado di loro dimorati, avvenne che il re Pietro d’Araona per trattato di