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novella sesta 113

venire, e lei, che tutta era stracciata, d’alcuna delle sue robe rivestisse, e del tutto facesse che seco ne la menasse. La gentil donna con lei rimasa, avendo prima molto con madama Beritola pianto de’ suoi infortuni, fatti venir vestimenti e vivande, con la maggior fatica del mondo a prendergli ed a mangiar la condusse: ed ultimamente, dopo molti prieghi, affermando ella di mai non volere andare ove conosciuta fosse, la ’ndusse a doversene seco andare in Lunigiana insieme co’ due cavriuoli e con la cavriuola, la quale in quel mezzo tempo era tornata e non senza gran maraviglia della gentil donna l’aveva fatta grandissima festa. E cosí, venuto il buon tempo, madama Beritola con Currado e con la sua donna sopra il lor legno montò, e con loro insieme la cavriuola ed i due cavriuoli, da’ quali, non sappiendosi per tutti il suo nome, ella fu Cavriuola dinominata; e con buon vento tosto infino nella foce della Magra n’andarono, dove smontati, alle loro castella se ne salirono. Quivi, appresso la donna di Currado, madama Beritola in abito vedovile, come una sua damigella, onesta ed umile ed obediente stette, sempre a’ suoi cavriuoli avendo amore e faccendogli nutricare. I corsari, li quali avevano a Ponzo preso il legno sopra il quale madama Beritola venuta era, lei lasciata sí come da lor non veduta, con tutta l’altra gente a Genova n’andarono: e quivi tra’ padroni della galea divisa la preda, toccò per ventura, tra l’altre cose, in sorte ad un messer Guasparrin d’Oria la balia di madama Beritola ed i due fanciulli con lei; il quale lei co’ fanciulli insieme a casa sua ne mandò, per tenergli a guisa di servi ne’ servigi della casa. La balia, dolente oltre modo della perdita della sua donna e della misera fortuna nella quale sé ed i due fanciulli caduti vedea, lungamente pianse: ma poi che vide le lagrime niente giovare e sé esser serva con loro insieme, ancora che povera femina fosse, pure era savia ed avveduta; per che, prima come poté il meglio riconfortatasi, ed appresso riguardando dove erano pervenuti, s’avvisò che, se i due fanciulli conosciuti fossono, per avventura potrebbono di leggeri impedimento ricevere, ed oltre a questo, sperando che, quando che sia, si potrebbe

G. BOCCACCIO, Decameron - I. 8