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novella sesta | 109 |
poi che costoro ebbero l’arca aperta e puntellata, in quistion caddero chi vi dovesse entrare, e niuno il voleva fare; pur dopo lunga tencione un prete disse: — Che paura avete voi? Credete voi che egli vi manuchi? Li morti non mangian gli uomini; io v’entrerò dentro io. — E cosí detto, posto il petto sopra l’orlo dell’arca, volse il capo in fuori e dentro mandò le gambe per doversi giuso calare. Andreuccio, questo veggendo, in piè levatosi, prese il prete per l’una delle gambe e fe’ sembianti di volerlo giú tirare. La qual cosa sentendo il prete, mise uno strido grandissimo e presto dell’arca si gittò fuori; della qual cosa tutti gli altri spaventati, lasciata l’arca aperta, non altramenti a fuggir cominciarono che se da centomilia diavoli fosser perseguitati. La qual cosa veggendo Andreuccio, lieto oltre a quello che sperava, subito si gittò fuori e per quella via onde era venuto se n’uscí della chiesa. E giá avvicinandosi al giorno, con quello anello in dito andando alla ventura, pervenne alla marina e quindi al suo albergo si rabbatté, dove li suoi compagni e l’albergatore trovò tutta la notte stati in sollecitudine de’ fatti suoi. A’ quali ciò che avvenuto gli era raccontato, parve per lo consiglio dell’oste loro che costui incontanente si dovesse di Napoli partire; la qual cosa egli fece prestamente ed a Perugia tornossi, avendo il suo investito in uno anello, dove per comperare cavalli era andato.
[VI]
Madama Beritola, con due cavriuoli sopra una isola trovata, avendo due figliuoli perduti, ne va in Lunigiana; quivi l’un de’ figliuoli col signore di lei si pone e con la figliuola di lui giace, ed è messo in prigione; Cicilia ribellata al re Carlo, ed il figliuolo, riconosciuto dalla madre, sposa la figliuola del suo signore ed il suo fratel ritruova, ed in grande stato ritornano.
Avevan le donne parimente ed i giovani riso molto de’ casi d’Andreuccio dalla Fiammetta narrati, quando Emilia, sentendo la novella finita, per comandamento della reina cosí cominciò: