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capitolo xiii. 83

crudele Danao, lo quale con molto sangue sforzandosi accrescere i suoi tremanti anni, discorse in perpetua infamia. E lo malvagio uomo pensò che si dovesse mettere innanzi i pochi e freddi anni della sua vecchiezza, ai fiorenti della gioventù dei suoi nipoti, perchè forse altri gli avrebbe pensati più utili, purchè egli gli avesse salvati onestamente. Ma avere cercato di allungare la sua vecchiezza con le piaghe dei viventi figliuoli, giustamente può parere crudeltà; e, che più aggiunse all’ingiuria, non armò le mani dei famigli, ma delle figliuole1 a commettere quel peccato, acciocchè non solamente ei facesse morire i nipoti, ma col peccato fece scellerate le figliuole, le quali con la pietà egli poteva avere oneste. E volendo con quello peccato salvare la vita, non pensò quanto obbrobrio, quanto inganno, detestabile esempio d’obbrobrio, egli lasciasse alle figliuole a dovere esser perverse. Egli fece rompere la fè del matrimonio con la crudeltà; dove, pie-

  1. Cod. Cass. non e arme chomune da famigli ma delle figliuole, ecc.