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82 Ipermnestra,

Linceo; secondo l’usanza delle fanciulle, siccome il vide l’amò, e così avendogli compassione, con grandissima sua lode si astenne di ucciderlo, e confortò lo giovine che si fuggisse, per lo quale fuggire egli campò. E, facendo la mattina lo crudel padre festa per lo commesso peccato, sola Ipermnestra fu presa e messa in prigione, dove per alcuno spazio ella pianse la pietosa opera. Oh miseri uomini con quanto cupido animo, e come caldo, desideriamo noi le cose che deono perire! e per che maledette vie, dispregiando il fine, montiamo noi all’alte cose, e con che peccato serviamo noi quelle quando vi siamo montati! come noi pensiamo, con perverse opere potere mutare la mutabile fortuna! E (che è da ridere) con quali scellerati peccati noi ci ingegniamo fare perpetua questa piccola giornata di vita mutabile e debile, vedendo tutti gli altri correre alla morte! con quali detestabili consigli, con quali opere dispreggiamo lo giudizio di Dio!1 E sia testimonio lo

  1. Cod. Cass. detestabili chonsigli dispreggiano lo giudizio di Dio cholle opere. Test. Lat. quibus detestandis consiliis, quibus nefandis operibus Dei irritamus judicium.