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capitolo vii. 61

marito. Perchè, o che fusse vizio di sua complessione, o che fusse per convenzione di quella regione, nella quale la disonestà parve avere grazia1, ovvero possanza, o che avvenisse per malizia di corrotta mente, essendo già morto Adone, discorse in sì gran furia di disonestà, che parve macchiare ogni fama di sua bellezza con la multiplicata disonestà a quelli che non avevano corrotta la vista2; essendo già manifesto nelle prossime regioni, quella essere stata trovata da Vulcano suo primo marito con un uomo d’arme. Per la qual cosa fu creduto che la favola del suo adulterio con Marte fosse trovata, finalmente, acciocchè ella paresse tor via alquanto di vergogna dalla sua disonesta faccia, e a sè concedesse più ampia licenzia di sue lascivie,

  1. Cod. Cass. di quella regione della quale disonesta che parve aver grazia, avvera possanza.
  2. Cod. Cass. che parve macchiare ogni fama di sua bellezza cholla multiplichata disonestà e quasi che non avevano corrotta la vista. Invece delle parole e quasi ponemmo a quelli; e tale ne sarebbe il senso: che parve a quelli, che non avevano corrotta la vista, (Venere) macchiare, ecc.