Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/64

60 venere,

d’incenso appresso quelli di Pafo, antica città di Cipro; (pensavano quelli, che quella femmina morta, e disonesta si dilettasse di quell’odore1, nello quale vivendo si rinvolgeva per li disonesti luoghi) ma ancora fu onorata presso le altre genti; e appresso dei Romani, i quali edificarono un tempio sotto titolo di Venere madre, e di Verticordia, ancora fu onorata d’altri ornamenti. Fu creduto, questa aver tolto due mariti2; ma qual fosse il primo non è assai certo: ma, secondo che è piaciuto ad alcuno, ella fu la prima moglie di Vulcano, re di Lenno e figliuolo di Giove Cretese, il quale poi che fu morto, maritossi a Adone figliuolo di Cinira re dei Ciprj, e di Mirra: la qual cosa è più verisimile, che se noi diremo che Adone era stato lo primo

  1. Cod. Cass. chello quale vivendo si rinvolgeva per li dissonesti luoghi. Test. Lat. quo vivens in prostibulorum volutabatur spurcitie.
  2. Cod. Cass. Fu creduto, ma qual fusse il primo, ecc. Test. Lat. eam duobus nupsisse viris creditum est. Alle quali parole, mancanti nel codice, e necessarie pel senso, abbiamo sostituite quelle tradotte dal Betussi: questa aver tolto due mariti.