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capitolo v. 51

forze, che erano pigri nelle spelonche, essere tratte agli esercizj delle cittadi e delle ville; per le quali sono ampliate tante cittadi, e sono edificate di nuovo, sono cresciute tante signorie, e sono trovati tanti mirabili1 e eletti costumi, e trovato lo magisterio dell’arte delle biade; la quale benchè per sua natura sia buona, e che sieno buone tutte le cose sopraddette, secondo il giudizio de’ più, come io penso, sarà detto finalmente per lo contrario: chi loderà la moltitudine sperta, abitante le selve, usata alle ghiande, alle poma selvatiche, allo latte delle bestie, all’erbe e al fiume, la quale ha i suoi petti senza pensieri, contenta per la sua legge della natura, sobria e vergognosa, senza inganno, nemica solamente alle fiere e agli animali, essere tratta a’ più dilicati e non conosciuti cibi; dalli quali, se noi non ne inganniamo, noi medesimi, vedemmo che è seguito, dare alli vizj, stati lungamente nascosti e tementi, venire in

  1. Cod. Cass. tanti miracholi, eeletti chostumi. Test. Lat. Tot mores spettabiles inventi cultique sunt.