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dell’editore. 493


l’Italia nel fragore delle armi che, mosse dall’ambizione de’ suoi padroni, si cacciavano ne’ petti, non ascoltò la voce del Pontefice, ed invilì sempre più. La Bolla di Niccolò per convocare popoli alla guerra e alla ricuperazione di Costantinopoli fu come fiaccola di che si spense nel freddo deliberare del Parlamento dei principi a Francfort, ove grandi e salutevoli di visamenti furono fatti, che rimasero in erba con la morte di Niccolò.

La suddetta bolla sembra che sia quella che ha cominciamento: Fuit jam olim Ecclesiæ Christi hostis acerrimus, crudelissimus persecutor Mahometes, filius Satanæ, ecc., nella quale poi che ebbe il Pontefice assomigliato Maometto al dragone visto da S. Giovanni che di un colpo di sua coda trasse in terra la terza parte delle stelle; e dopo aver descritte le iniquità nelle quali il Turco nella presa di Costantinopoli trascorse, ed il divisamento di lui di stendere sua dominazione in Occidente, tentò di aggiungere animo ai principi cristiani eccitando le menti con sante esortazioni ad una Crociata, e promettendo paghe vive e sonanti, delle quali avrebbero forniti gli eserciti le decime da pagarsi non solamente dai Cherici, ma da’ Cardinali, e da sè stesso finanche.

Un tanto gridare all’armi volse al Pontefice la mente del Conquistatore che nell’ebbrezza del trionfo ben si avvisava di quanto nocumento po-