476 |
lett. di papa nic. quinto |
|
presa di Costantinopoli apertamente dimostrato il contrario per permissione forse di Dio, per lo errore in che ostinati erano gli uomini di quella. Io nominerò fra’ miei cristiani chi iniquamente t’ha significato la supplicazione del mio editto, col quale io incito contro te nostri cristiani, vilificando e te e ’l tuo falso Profeta: non niego che io non opri ogni mio ingegno e forza per assistere senza accertarti di nostra intenzione; perchè ragione alcuna vieta difendere sè e la salute sua; nè anche nel cospetto di Dio si carca la coscienza di chi a buona intenzione si oppone a’ malfattori. Io ho esaminato assai mia coscienza, nè trovo procedere da me, anzi solo da te la futura morte d’uomini quanti tu ne meni ad usare crudeltà contro a’ cristiani, e quanti tu ne troverai assistere a tue imprese. Nè so conoscere come tu voglia rassegnare il mondo con la spada ch’ama d’essere in danno di sua gente. Noi cristiani, rinati coll’acqua del Battesimo, vogliamo e confessiamo essere dell’origine e nascimento di Jesù Cristo, vero figliuolo di Dio, profetizzato venturo nella legge a reggere e salvare il popolo d’Isdrael; al quale quando ti umiliassi volere credere e