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lett. di papa nic. v al gran turco. 475

resultazione di tua gloria, la quale con indebita iattanzia tu tanto estolli; a cui ogni altra ragione mi vietava il dovere rispondere, se col tacere io avessi conosciuto potere salvare la mia onestà, alla quale, conosco, si richiede mostrarti i falsi propositi tuoi, e le ingiuste cause che muovono te a inquietare la cristiana religione, desideroso di saziare libidinosamente tue inoneste concupiscenze nel nostro italico giardino. Per la qual cosa particolarmente, risponderò a tua giovanile lettera; dove se in alcuno mio dire ti sentissi offeso, non alla mia risposta anzi a’ tuoi lievi pensieri ne poni la colpa; e per salvezza del tuo esercito e dei tuoi popoli pigli temenza, che il sangue il quale tu pe’ corsi de’ cieli vedi doversi effundere non abbia ad essere così di tua gente come de’ nostri cristiani. Se il difendere sè, le sue terre, e suoi templi e la sua religione è inonesta cosa e ingiustizia, pogniamo il torto a tua gente, la quale, molestando i paesi pacifici, si fa ad uccidere uomini, bruciare templi, sparare donne, sforzare vergini, credendo combattere a ragione e senza crudeltà, la quale tu dici essere da te e dal tuo esercito aliena, avendo però nella