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470 lettera del gran turco

spargere tanto sangue quanto ci mostrano le stelle (se fra noi è notizia alcuna dell’influenzie celesti) nel tuo pensiero non venghi falsa opinione di nostra crudeltà la quale è da noi e da’ nostri eserciti alienissima; mi degno a scriverti questa nostra lettera la quale abbia ad essere scarco nel cospetto di Dio di nostra coscienza e di tua; stando eterno supplicio in carico de’ tuoi cristiani medesimi, o Vicario di Iesu Crocifisso, uomini assai degni di fede. Presso tali uomini siamo stati notificati, come vilificando il nome del nostro patriarca Maumeth, e la nostra maestà imperiale esecrando. Tu trai per virtù della temeraria obbedienza la quale ti porta chi volontario confessa il battesimo, promulgato tuo pubblico editto col quale tu inciti, commuovi, e sforzi la Cristianità ad opponersi a nostre alte imprese, e magnanimi concetti, promettendo eterna salute a chi a’ nostri ostacoli dispone sua vita: ma esamina alquanto l’intelligenza tua, o terrestre oracolo de’ Cristiani, e troverai in quanto pericolo tu poni te, poi chi te obbedisce, facendo morire tante migliaia d’uomini per difendere il torto. Leggi tue Scritture, e questa nostra lettera, la quale