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per franc. di pagolo vettori 463


ne’suoi tempi fu divino uomo riputato; e insino a oggi durano le sue leggi scritte. Licurgo ancora Lacedemonio, Minos, re de’ Cretj, Radamanto, re di Licia, tanto santamente avevano ordinate giustissime leggi, che, veduto il frutto ne seguiva nel mondo, per molti secoli furono dai gentili in terra per santi adorati; e per la giustizia da loro in questa vita operata Radamanto e Minos sono detti essere nell’altra vita giudici delle nocenti anime dinanzi ai quali niuno peccatore s’assolve. Platone poi, sommo di tutti i filosofi, dieci libri di legge elegantissimamente costrinse. Molti anni dopo i Romani, cominciando per tutta Italia a fiorire, scacciati i re, e il popolo con dolce libertà vivendo, essendo di legge poveri, elessero dieci savj cittadini; ai quali dierono pubblica podestà di comporre le leggi. Costoro dagli Ateniesi, da’ Lacedemonj, e da più altre città e varie nazioni ritraendo, ordinarono le Dodici Tavole, che poi sempre sono state di somma fama nel mondo. Questo poi riconsiderate da Cecilio, Emilio, Paulo, Ortensio, Tullio, Scevola, Sulpicio e più altri per chiarissimo ingegno approvati legisti diffusamente dilatarono tutte