quale sì animoso fatto fece testimonianza per lungo spazio una statua di metallo posta diritta in Babilonia, la quale era una donna che a veva mezzi capelli sciolti e sparti, e mezzi ritorti in una treccia. Ancora ella edificò molte città di nuovo, e fece di grandissimi fatti, i quali la vecchiezza ha sì consumati, che non ne sono pervenuti, infino al nostro tempo alcuni, se non quasi questi che io ho detto. Poi finalmente questa donna cominciò a scellerato peccato: bruttò tutte queste cose, di perpetua memoria lodevoli, non che in una femmina, ma eziandio in ciascuno forte uomo maravigliose cose. Perchè essendo ella stimolata, come le altre, di peccato carnale, fu creduto che ella peccasse con molti, e tra gli altri con chi ella peccò fu Nino suo figliuolo, benchè questo fusse cosa piuttosto bestiale che umana: e quel giovine di eccellentissima bellezza, quasi come se egli avesse mutato di esser femmina, ed ella maschio, marcivasi nelle camere in ozio; dove ella s’affaticava in arme contro a’ nemici. O che scellerato fatto è questo, che questa pestilenzia devitevole, non dico quando le cose sono quiete, ma tra i faticosi pensieri del Re, e le